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Empoli, Maurizio Sarri come Calimero: ma che ingiustizia, però!
Pubblicato
7 anni fa|
Editor
Enrico Steidler
Campionato nuovo, polemiche vecchie. “Perché sono stato espulso? – tuona il tecnico dell’Empoli Maurizio Sarri nell’immediato dopo-partita di Empoli-Milan 2-2 – “Perchè ho detto a Calvarese che quando le squadre hanno le maglie a righe, nel dubbio fischiano sempre a favore di quelle squadre. Il mani di Bonera era un episodio che poteva portare al rigore, ma l’arbitro l’ha pensata diversamente. Quindi gli ho detto che aveva timore di fischiare un rigore contro una grande squadra. Non avrei dovuto dirlo, ma anche lui poteva avere maggiore comprensione. Poi ci sono stati tanti altri episodi durante la partita: non ho visto dare l’ammonizione a Muntari, per esempio…”.

Gianpaolo Calvarese
CARTOLINA DAL PAESE DEI COMPLOTTI – Solita storia, insomma, ma non è finita qui. Dopo l’invettiva ad personam, nel discorso di Sarri c’è pure lo spazio per l’analisi sociologica di più ampio respiro, e l’annoso problema degli aiutini riservati ai potenti viene affrontato con il tono di chi ha finalmente “visto la luce”. “Non è completamente tutta responsabilità degli arbitri”, concede il “benevolo” mister dell’Empoli. “Sono sottoposti a valutazioni che hanno risonanza mediatica completamente diversa a seconda delle piazze. Hanno una pressione enorme, lo vedevo alla televisione – precisa il tecnico al suo esordio in Serie A – lo capisco ancora meglio adesso che ci sono dentro. Penalizzare un club importante comporta polemiche che durano settimane, mentre se veniamo penalizzati noi la polemica dura 30 secondi. Gli arbitri non sono avulsi da un certo tipo di sudditanza“. “Parole chiare – chiosa un quotidiano sportivo notoriamente ostile al “potere strisciato” – che il tecnico dei toscani non ha avuto alcun problema a pronunciare ai microfoni di Sky Sport”.
FRA SCIENZA E CRONACA GRIGIA – Diceva Newton – se la memoria non inganna – che la possibilità di farla fuori dal vaso è direttamente proporzionale alla distanza da quest’ultimo e alle sue dimensioni. Ne consegue, stabilito ciò, che Sarri era molto distante dall’obiettivo, e che questo era un vasetto dello yogurt. Certo, capiamoci. Gli aiutini arbitrali, così come la cosiddetta sudditanza, non appartengono solo al mondo delle fantasie dietrologiche, purtroppo, ma anche a quello della concreta – e spiacevole – realtà. Il problema c’è (c’è sempre stato), in effetti, è probabilmente ineliminabile e di sicuro non è una prerogativa del Belpaese: guardate altrove, e ovunque ci siano squadroni vedrete spuntare i benefit. Detto questo, però, ci sono un tempo e un modo per ogni cosa, e il tecnico di Figline Valdarno ha sbagliato entrambi.
Il tempo, innanzitutto. Fermo restando che il rossonero Muntari l’ha passata bellamente liscia – il secondo giallo ci stava eccome – e che all’empolese Valdifiori (espulso nei minuti finali per doppia ammonizione) non è andata altrettanto bene, gli altri episodi incriminati del match non portano acqua al mulino di Sarri, anzi: il mani di Bonera, in particolare, è uno di quei classici contatti sulla cui volontarietà non potrà mai esserci ragionevole certezza, e questa vuole il regolamento. Altrimenti, in dubio pro reo – non pro-strisciato – ed è giusto così. Chissà, forse era meglio parlare solo di calcio, vero Sarri? Almeno in questa circostanza.
POVERO CALIMERO… – E poi il modo. “Quindi gli ho detto che aveva timore di fischiare un rigore contro una grande squadra…”. Ok, non pago di averla fatta così clamorosamente fuori dal vaso in privato, il tecnico dell’Empoli replica lo show in pubblico come se niente fosse, e per non farsi mancare nulla rende pure noto il seguente capolavoro di auto-ironia involontaria: “Non avrei dovuto dirlo – dichiara urbi et orbi prima di entrare nel “mito” – ma anche lui poteva avere maggiore comprensione“. E già, povero Sarri…ma che ingiustizia però. Solo perchè sono piccolo e non ho la maglietta a righe…
OH, OH… – E a proposito di “strisciati”. Chissà cosa pensano di tutto ciò i tifosi di quella squadra cui la scorsa stagione fu concesso un solo calcio di rigore a favore, peraltro sbagliato (ultima in questa particolare classifica guidata da Fiorentina, Napoli e Genoa, squadre non propriamente “a righe”). Eppure quella squadra nell’area degli avversari ci si ritrovava spesso – quinto attacco del torneo con 62 gol – e gli episodi “incriminati” furono davvero moltissimi, forse addirittura più numerosi delle lacrime versate al riguardo dal suo inconsolabile allenatore. Non solo: quella squadra era (ed è) “strisciata“! Ma come? Sarebbero questi gli effetti della “sudditanza”, sarebbero questi gli aiutini?
Qui c’è qualcosa che non quadra, anzi tanto, ma non ditelo a Sarri. Lui crede di aver già capito tutto.
Enrico Steidler
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