Cronaca
Funerali Casamonica, qualcosa di buono c’è: i vescovi stanno zitti
Toc, toc: c’è qualcuno in Casa?…Toc, toc… strano: dove diavolo sono finiti tutti? Che fine hanno fatto i vescovi da trincea in servizio permanente effettivo? Quelli che bastonano a destra e a sinistra e che dettano le linee-guida per ogni vivente, credente o no? Possibile che non abbiano niente da dire sullo scandalo mondiale che si è consumato nella Dimora del Signore? Che tacciano proprio ora che dovrebbero parlare?
QUANDO SI DICE IL CASO… – Eppure sono trascorse più di ventiquattr’ore dal fattaccio: il tempo per tirare giù uno straccio di comunicato c’era eccome; e invece niente, zero, mutismo assoluto, tranne un vago “imbarazzo” lasciato trapelare per dovere d’ufficio (più qualche parola – altrettanto vaga – di sostegno al parroco: non poteva fare altrimenti, non è colpa sua, era tutto tranquillo, i cellulari erano spenti, non c’erano cani in chiesa…). E già, c’è da capirli, poveri vescovi: l’imbarazzo può paralizzare, e questo – evidentemente – vale anche le lingue più veloci del Creato. E poi il silenzio è d’oro, o di piombo, se preferite: meglio chiudersi nel riserbo che lasciarsi andare a dichiarazioni come quelle rilasciate da don Giancarlo Manieri, il prete che ha celebrato la messa.
QUEL FUNERALE S’HA DA FARE – “Non sapevo fosse un criminale, non potevo tirarmi indietro. All’interno della chiesa è stato tutto molto tranquillo, sembravano cattolici di antica data. Ho parlato della speranza cristiana. I manifesti – quelli inneggianti al “Re di Roma” Vittorio Casamonica affissi sulla facciata della chiesa, ndr – li ho intravisti alla fine e poco dopo, quando il feretro ha lasciato il piazzale, li hanno staccati – ma che bravi ragazzi, ndr… – Io sono un parroco, quello che succede all’esterno non è di mia competenza. In ogni caso questo è l’anno della Misericordia, come avrei fatto a cacciare via la gente? Se qualcuno mi chiede un funerale per un defunto io lo celebro a meno che non ho indicazioni dall’alto come avvenuto per Piergiorgio Welby quando il cardinale Ruini disse di ‘no, mi assumo la responsabilità’. Cosa che in questo caso non c’è stata“.
DEI DELITTI E DELLE PENE – Ecco, mille volte meglio il silenzio – imbarazzato e colpevole – che fare il nome di Piergiorgio Welby (il noto attivista per i diritti civili morto per eutanasia cui fu negato il funerale religioso nella stessa chiesa di Casamonica – parroco era don Giovanni Nonne) e aggravare ulteriormente una situazione già disperata. “Il Vicariato di Roma – scrissero il 22 dicembre 2006 i vertici ecclesiastici per motivare il gran rifiuto – precisa di non aver potuto concedere tali esequie perché, a differenza dai casi di suicidio nei quali si presume la mancanza delle condizioni di piena avvertenza e deliberato consenso, era nota, in quanto ripetutamente e pubblicamente affermata, la volontà del Dott. Welby di porre fine alla propria vita, ciò che contrasta con la dottrina cattolica”. Vivere una vita da delinquente, invece, non contrasta a quanto pare; soprattutto se si parla di un “cattolico praticante”.
BENEDETTA PROVVIDENZA – “Cristo aspetta a braccia aperte questo nostro fratello”, ha detto don Manieri durante la messa per il boss. Ora, in attesa di “indicazioni dall’alto“ sull’opportunità di queste parole e di tutto il resto (funerali esclusi: carità autenticamente cristiana impone di non negarli mai a nessuno), una cosa pare già evidente: lassù in Alto non l’hanno presa bene, e un terribile castigo – vedi alla voce piaga dello sputtanamento in mondovisione – si è già abbattuto su chi lo merita. Come in basso – istituzioni dello Stato – così in “alto“. Benedetta Provvidenza.
Enrico Steidler