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Inter, 5 buoni motivi per sacrificare Icardi

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Icardi tevez gol

Icardi , Icardi no. Sotto l’albero di Natale c’è chi scarta i regale e chi vorrebbe scartare anche l’attaccante neroazzurro, chi invece vorrebbe trovarselo ogni anno sotto il presepe magari con una sua maglia autografata. Mauro Icardi, classe 93′, è uno dei pochi pezzi pregiati della rosa interista, forse uno dei 3 giocatori capaci di far monetizzare una società che ad oggi difficilmente rifiuterebbe offerte milionarie per i rari gioielli a disposizione. D’altro canto, per tornare grandi sarebbe un controsenso privarsi del secondo giocatore più giovane in rosa e che ha già dimostrato di avere grande affinità con la porta. Resistere alle tentazioni, ma a quale prezzo? 

MAURO ICARDI, CROCE E DELIZIA DELLE NOTTI DI THOHIR – Il primo aspetto da non trascurare è quello economico: ad oggi Icardi non vale meno di 25-30 milioni di euro. Ha già superato le 30 reti in carriera, andando in doppia cifra nelle prime tre stagioni da professionista ed è a quota 12 quando siamo solo a dicembre. A soli 21 anni un attaccante con tale media gol vale oro, ecco perchè squadre come Chelsea ed Atletico Madrid sono forti su di lui. Gli unici giocatori con cui l’Inter può monetizzare sono Handanovic, Kovacic ed appunto Icardi, visto che il treno milionario per l’enigmatico Guarin è passato da un pezzo. Handanovic è insostituibile per l’Inter, capace di fare la differenza non solo dagli 11 metri, oggi il sostituto di proprietà Bardi ha persino perso il posto nel Chievo: ecco perchè diventa impossibile privarsi dello sloveno. Kovacic ogni mese che passa vede crescere la sua valutazione e le sue potenzialità, con il rombo di Mancini può consacrarsi nel suo ruolo naturale, quello di trequartista: due gol, l’ultimo spettacolare, nelle ultime due uscite. L’Inter ha in casa un vero gioiello, fuoriclasse assicurato e che vendere oggi sarebbe un delitto, non solo per la mancanza di validi sostituti ma anche per l’età appena ventenne del croato. Motivi tecnico-tattici: col Chievo i particolare Mancini ha ripreso più volte Icardi per la poca mobilità in avanti, tallone d’achille dell’argentino evidenziato in questa prima parte di carriera. Molto più simile ad un Trezeguet  che ad un Crespo, tanto per fare due esempi. Letale negli ultimi 16 metri, pigro e povero tecnicamente fuori dall’area di rigore. Il classico giocatore che gira se ha attorno una squadra che gioca bene e per lui, l’Inter oggi non garantisce ne una ne l’altra. Economicamente parlando, rappresenterebbe una convenienza non di poco conto vendere il n.9 neroazzurro a 30-35 milioni e sostituirlo con Osvaldo, riscattabile per soli 7 milioni ed ancora 28enne, nel pieno della maturità. Tecnicamente molto più dotato, gioca meglio con la squadra ed è utile nell’impostazione della manovra, non solo come terminale offensivo. Il passaggio ad un 4-3-3, posssibile con gli arrivi di due esterni dal mercato di gennaio, permetterebbe anche numericamente parlando una rinuncia dell’argentino ex Samp, con Palacio ed Osvaldo pronti ad alternarsi nel ruolo di prima punta. Ultimo, ma non ultimo, l’esplosione di Bonazzoli: il 17enne baby prodigio può essere a tutti gli effetti ciò che fu Balotelli alla sua stessa età, lanciato proprio dal Mancio e subito decisivo per lo Scudetto 2007-08.

Postilla finale, nello spogliatoio e società non è amatissimo l’uso e consumo dei social e della vita privata spesso gettata in piazza dal compagno di Wanda Nara: un altro problema in meno, eventualmente, in caso di cessione. Icardi senza dubbio è il più sacrificabile fra i pochi top player dell’Inter, fermo restando la sua ottima media-gol: a Thohir, per fortuna, la scelta finale.

 

Giornalista pubblicista, coordinatore presso SportCafe24 da oltre due anni. Amo lo sport in ogni sua forma e disciplina, raccontandolo con la voce di chi spesso non ne ha una, con un unico valore trainante. La verità: nel più profondo dei suoi significati.

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