Basket
Nba, la corsa all’MVP è una poltrona per due: Steph Curry vs Anthony Davis

Dopo un dominio quasi totale di LeBron James (vincitore di 4 degli ultimi 6 titoli di MVP della Regular Season), finalmente assistiamo a volti nuovi. Difficile dare giudizi definitivi per l’MVP quando siamo soltanto a Dicembre, ma dopo 24 partite le statistiche iniziano ad assestarsi e la corsa inizia a diventare insostenibile per i meno pronti. Per adesso in testa c’è Steph Curry, subito dietro lo insegue ad ampie falcate la sorpresa della stagione: il monociglio più famoso d’America, Anthony Davis.
FEAR THE BROW – Il promettentissimo ragazzo è diventato uomo più in fretta di quanto chiunque avrebbe potuto aspettarsi, dopo il mondiale spagnolo infatti, Anthony Davis è tornato a New Orleans da superstar. Parla chiaro l’hashtag che viaggia ormai a braccetto con il suo nome: #FearTheBrow, Anthony Davis c’è e vuole rimanere in corsa fino alla fine. Le sue medie non hanno niente da invidiare al favorito Curry, ma a fine stagione Davis potrebbe pagare il fatto di giocare in una franchigia che per il momento rischia di non qualificarsi neanche per i playoff (a sottolineare la disparità tra le due Conference). Quando si parla di numeri però vediamo che Anthony Davis mette a referto 24.6 punti, 10.1 rimbalzi, 1.8 steals e 2.7 stoppate a partita con il 58.3% al tiro. Numeri nettamente migliorati rispetto alla passata stagione in cui Davis commetteva più falli, tirava con il 7% in meno dal campo e segnava meno punti. Il miglioramento messo in campo sarebbe da MVP… Ma siamo sicuri che Steph lo permetterà?
SPLASH – Già decisivo nella passata stagione, Steph ha affinato le sue doti durante l’estate, e adesso è un vero e proprio incubo per il marcatore di serata, poco importa se esso si chiami Chris Paul, Mike Conley o Tony Parker. Fino ad ora Steph viaggia ad una media di 23.5 punti, 5.2 rimbalzi, 7.6 assist e 1.9 steals, con 6 doppie doppie già messe a referto. La percentuale al tiro è quella che colpisce di più, per il momento Curry ha realizzato il 47.9% dei 17.1 tiri presi a partita (contro il 47.1% dei 17.7 della passata stagione), un’enormità per una guardia tiratrice. E seppur abbia calato la sua percentuale da tre punti dal 42.4% al 38.9%, rimane a mani basse il miglior tiratore della lega. La stagione magica di Golden State per adesso passa quindi senz’altro dal lavoro di coach Kerr, ma la differenza arriva principalmente dalle mani e dalla testa di Steph Curry. Una stagione che per il momento è senza alcun dubbio da MVP.
