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Fuori dai denti: Grillo e Napolitano, discorsi a confronto
I DUE PRESIDENTI– Andando a ritroso con la memoria, non rammento due discorsi “presidenziali” al Paese. Questo disgraziato 2013 ci ha riservato pure questo. Lo staff del Quirinale ha modificato la consueta location, portando le telecamere in quello che potremo considerare lo “studio ovale” della presidenza. Insomma la sede operativa, dove Napolitano riceve il premier, i ministri e i rappresentanti esteri. Un approccio essenziale, sullo sfondo della crisi. Ancora più spartano Beppe Grillo, apparso in una sorta di scantinato con un manichino di Garibaldi alle spalle, con la sua faccia- o incredibilmente somigliante – e una foto in bianco e nero di Pertini.
BOICOTTAGGIO FLOP – Malgrado l’impegno profuso dallo strano trio Fi-Lega e M5S, il boicottaggio al discorso di Napolitano fallisce: al termine dell’intervento quirinalizio, i dati di ascolto indicavano un +2,8% rispetto al 2012. Eppure, anche di fronte alla semplice matematica, il M5S ci ha abituati a straordinari giochi di prestigio. E così, fioccano in rete, screenshot sulla vera verità! Dal 2006 ad oggi , i dati di ascolto legati ai discorsi di fine anno del Capo dello Stato sono scesi del 13%. Il buon Tonino Di Pietro, avrebbe commentato “ma che c’azzecca?”. Perfino Salvini e Brunetta hanno optato per un dignitoso silenzio.
NAPOLITANO: OCCASIONE PERSA – Tornando al Presidente della Repubblica, quello vero, rispondendo alle e-mail di alcuni cittadini ha perso due occasioni: dare risposte sostanziali, ad uno spaccato delle angosce e dei problemi vissuti dagli italiani,giorno per giorno, e farsi perdonare dei peccatucci come la firma del lodo Alfano, rivelatasi legge incostituzionale, e le telefonate con Mancino. Penalmente irrilevanti ma eticamente discutibili. Francamente da un presidente segnatamente “politico” come lui – sigillo sul governo Monti e sulle larghe intese, “moral suasion” come se piovesse per amnistia e riforma elettorale – attendevo delle prese di posizione, anche discutibili . Per tutti dai suoi discorsi una parola di conforto, nulla di più. Probabilmente 60 anni di frequentazioni dei palazzi romani non aiutano ad avere maggior senso della realtà.
GRILLO FUNAMBOLICO – Se Re Giorgio è parso incolore, Beppe Grillo mi ha immediatamente messo di buon umore, sottolineando che non era lui a contrapporsi a Napolitano ma viceversa (purtroppo non mi pareva ironico) e ha proseguito con funamboliche contraddizioni. Iniziando lancia in resta con l’impeachment (fa fico dirlo all’americana). Credo sia ormai chiaro a tutti, che non potranno essere i legali di Grillo a mettere in stato di accusa il Capo dello Stato. Forse il M5S ha già in tasca il sostegno dei 2/3 dei parlamentari? Ma soprattutto, dove sono le inoppugnabili prove di alto tradimento? Napolitano è criticabile finchè si vuole, anche se gode di un’inspiegabile aura di santità laica tra la stampa, ma è impossibile imputargli discorsi o atti tali da giustificare una messa in stato di accusa.
COSTITUZIONE CROCE E DELIZIA – Eppure quando ha parlato di Europa, Grillo mi ha destato un certo interesse. L’obiettivo di rinegoziare trattati e regolamenti è condivisibile. Ma l’attimo è stato fuggente, poichè ha riproposto un referendum sull’Euro costituzionalmente vietato. Questa Costituzione, croce e delizia del grillopensiero: ve li ricordate i parlamentari pentastellati, sui tetti a difenderla? Ebbene il Beppe nazionale, ha snocciolato una filippica contro la Corte Costituzionale, rea di aver speso troppi anni per deliberare una sentenza sul Porcellum. Ma come? La Consulta viene chiamata così, proprio perchè interviene quando è consultata. Ci sono stati ovviamente passaggi giuridici precedenti. Non pago, propone di abolirla. In fin dei conti, mi sono chiesto anch’io: perché tutti i paesi occidentali ne hanno una?
Facciamoci gli auguri per questo nuovo anno . Al di là dei discorsi, ne avremo bisogno.
Giuseppe Folchini