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Indulto, Napolitano al Parlamento: “nessun obbligo”
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, in occasione del convegno “La clemenza necessaria”, tenutosi stamane a Roma presso Palazzo Giustiniani, ritorna sulla questione del sovraffollamento delle carceri. Il capo dello Stato lancia un chiaro monito alle Camere: «il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto, necessario per ottemperare alla decisione della Corte di Strasburgo. Oppure, prendersi la responsabilità di considerarlo non necessario sapendo che c’è la scadenza del maggio 2014, posta dalla Corte dei Diritti di Strasburgo».
NESSUN OBBLIGO – Parlando con i giornalisti, a margine del convegno, Napolitano ci tiene quindi a precisare che, davanti all’indulto, il Parlamento non si trova di fronte ad un obbligo, dato che «è assolutamente libero di fare le sue scelte». Il presidente della Repubblica ha voluto comunque sollevare nuovamente la questione, a distanza di due mesi, per invitare Senato e Camera a inserire, a pieno titolo, il provvedimento nell’agenda “delle cose da fare”, ma anche per ricordare la propria posizione riguardo al sovraffollamento delle carceri.
IL SOSTEGNO DI GRASSO – Sulla stessa scia di Napolitano c’è Pietro Grasso, presidente del Senato, intervenuto anche lui al convegno tenutosi a Palazzo Giustiniani: «Nella direzione indicata dal Capo dello Stato nel messaggio al Parlamento del 7 ottobre scorso va il disegno di legge “Delega al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova e nei confronti degli irreperibili“, che è stato comunicato alla Presidenza del Senato il 21 novembre e che al più presto sarà portato in Aula». Il ddl, aggiunge Grasso, «tocca diversi aspetti segnalati dal presidente Napolitano e che mi stanno a cuore, in particolare l’introduzione delle pene detentive non carcerarie nel codice penale e l’intera riforma del sistema delle pene, le modalità di espiazione della reclusione domiciliare e dell’arresto domiciliare, la depenalizzazione di fattispecie contravvenzionali disciplinate da leggi diverse dal codice penale, fra cui il reato di ‘immigrazione clandestina’, la disciplina della sospensione del procedimento con messa alla prova dell’imputato, e la sospensione del procedimento nei confronti degli irreperibili. Ritengo che questo complesso di interventi normativi contribuirà alla necessaria deflazione delle carceri, ma soprattutto eviterà che il fenomeno continui a riprodursi».
LA CANCELLIERI RISPONDE- Incoraggiante è anche l’intervento di Anna Maria Cancellieri, ministro della Giustizia, durante un convegno al Senato dedicato ad amnistia e indulto: «Abbiamo diversi provvedimenti in cantiere, pronti per il Consiglio dei Ministri, che incideranno sui processi civili e penali e riguarderanno anche le carceri».
Simone Franconieri