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Come funziona il motore a…urina

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Il motore a urina: risparmio per il portafogli e l'ambiente

motore a urina

Il motore a urina: risparmio per il portafogli e l’ambiente

A seguito della notizia da parte dell’ OMM ( Organizzazione Mondiale Meteorologica) che il 2013 potrebbe essere il settimo anno più caldo dal 1850, si riapre il tema ambientale e quindi quello dell’inquinamento. A tenere banco questa volta è una notizia (che in realtà di notizia ha poco dato che il progetto è in cantiere da diversi anni) che riguarda l’invenzione del ricercatore Franco Lisci.
Lisci è un imprenditore la cui azienda fa parte del polo produttivo “La casa verde CO2.0”, un insieme di 70 aziende, delle quali 40 sarde, che da sempre ha l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale sia in ambito edilizio che, a quanto pare, anche per le automobili.
Prima di fondare la sua azienda, Lisci lavorava per la FIAT, quindi l’esperienza in ambito di motori non è poca. Il suo progetto ha ottenuto il supporto dell’Università degli Studi di Sassari e persino l’approvazione di Legambiente.

IL PROGETTO – Ma cosa ha di tanto rivoluzionario questo progetto? Il fatto che il motore viene alimentato da … urina. Questo tipo di alimentazione molto originale è stato sperimentato più volte in tutto il mondo, ma con scarsi risultati, dovuti più che altro ai problemi di ingombro del generatore e soprattutto alla condensa e ai materiali reflui troppo inquinanti che si venivano a formare alla fine del ciclo di produzione. Il problema delle sostanze inquinanti è stato però abilmente superato grazie a…lana di pecora (rigorosamente sarda) che funge da filtro. Insomma 2 idee originali che hanno permesso di creare un motore, adatto sia agli elettrodomestici che alle automobili, che a fine processo non solo emette aria salubre, ma addirittura anche acqua che potrebbe essere utilizzata per l’irrigazione (dato che sarebbero presenti sostanze nutrienti che nella comune acqua dei pozzi non si trovano). A livello economico, oltre che ambientale, ci sarebbe un risparmio di circa il 35% per un auto a benzina, 60% per un auto a gasolio e addirittura l’80% per le auto a gas. Mentre anche per i pescherecci il risparmio alla fine potrebbe avvicinarsi al 65%.

PROBLEMA BUROCRAZIA – Attenzione però a non dimenticarci che siamo in Italia. E qui arrivano le prime difficoltà. A spiegarlo è lo stesso Lisci: “L’energia prodotta dall’impianto a urina è adatta non solo per i consumi domestici ma anche per i motori di automobili, camion e barche che potrebbero usare il 100% di urina pura al posto della benzina e di altri carburanti. Tuttavia per lo Stato italiano questo uso è illegale, mentre è consentito l’uso di additivi. Abbiamo quindi realizzato dei trasformatori che consentono di usare nel motore delle automobili l’urina come additivo”.

La speranza è che la ricerca possa incrementare la funzionalità di questi motori ma, soprattutto, lo stesso Stato dovrebbe dare un segno di apertura verso queste nuove tecnologie superando vecchi retaggi e soprattutto le regole della burocrazia.

Luca Porfido

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