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Salernitana-Nocerina, gli ultrà rossoneri si discolpano: nessuna minaccia ai giocatori, solo un atto di solidarietà

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I tifosi della Nocerina

Il male del calcio italiano è ormai giunto all’ultimo stadio, che non è quello di Salerno (teatro della penosa sceneggiata di ieri, culminata con la sospensione della gara fra Salernitana e Nocerina per la “moria” dei giocatori ospiti) ma quello della resa dei conti. Lo sa bene il presidente del Coni Giovanni Malagò, che lancia fulmini e saette in ogni direzione ma soprattutto contro la Lega Pro (“I responsabili delle cose sono tutti però i nostri interlocutori sono chi organizza i campionati…Sono molto arrabbiato con la Lega Pro perché questo argomento lo conosceva anche se sono vittime e ostaggi ed è giusto che si costituiscano parte civile”), lo sa bene il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Nocera Inferiore Giancarlo Izzo (”E’ stata infangata l’immagine del calcio. I responsabili di quanto accaduto – i tifosi della Nocerina, ndr – non devono pensare di farla franca”) e lo sanno bene tutti, compresi quelli che si sono prodigati in tutti i modi per rimandarla il più possibile: la guerra dichiarata dagli ultrà alle istituzioni va avanti da mesi e ora è arrivato il momento di rispondere al fuoco nemico. Nessuno, ormai, ha più dubbi al riguardo. Resta solo da sapere una cosa, a questo punto: chi vincerà?

IL COMUNICATO DEI TIFOSI ROSSONERI – “Noi facciamo quel c…. che vogliamo” cantavano ieri i tifosi della Juventus rispondendo allo speaker dello Stadium che li invitava a non intonare cori “proibiti”, e se i bookmaker dovessero quotare lo scontro fra le istituzioni e gli ultrà come se fosse una partita qualunque temo che darebbero questi ultimi per favoriti. E non tanto per la loro forza, davvero modesta sotto tutti gli aspetti, né per le loro complicità, quanto per la debolezza dell’avversario. Il “match”, tuttavia, è ancora tutto da giocare, e ora vedremo quale sarà la risposta dello Stato al comunicato ufficiale degli ultrà nocerini, che riportiamo qui di seguito:

“Oggi non parliamo ne a nome degli ultras ne a nome della nostra curva sud perchè oggi parliamo a nome di una città la nostra città , perché é la nostra città ad essere stata discriminata dal divieto di recarsi allo stadio Arechi ed è il nome dei nocerini che ora dalla stampa nazionale viene additato come violento teppista terrorista e mafioso. Noi non abbiamo minacciato nessun tesserato, anzi abbiamo semplicemente chiesto al nostro mister e ai nostri ragazzi dopo una serie di pacifici incontri che con un gesto eclatante, che facesse parlare l’italia e che scuotesse il sistema, si desse voce all’ingiustizia subita. Un atto di solidarietà, una protesta civile, visto che se avremmo voluto essere davvero violenti ci saremmo recati a salerno malgrado il divieto. E a tutti gli organi di informazione che invece sostengono il contrario li esortiamo a chiedere direttamente ai tesserati della Nocerina Calcio, , le accuse che oggi ci vengono gettate addosso.

Purtroppo é più facile gettare fango sugli ultras piuttosto che accettare una scomoda verità, quella che una città abbandonata da ogni difesa delle proprie istituzioni ha trovato protezione ai propri calpestati diritti solo in undici ragazzotti forestieri ma che da oggi diventano immensamente grandi e nocerini a tutti gli effetti per quello che hanno fatto. Chiedetelo a loro se sono stati minacciati, visionate i filmati e vedete se si é trattato di minacce o semplicemente di un sentimento comune di rivalsa da un evidente torto subito. Mai come questa volta gli ultras non siedono al banco degli imputati perché questo posto stavolta spetta di diritto al questore ed al prefetto e a tutti coloro che hanno cosi pessimamente gestito questa vicenda, facendo questo clamoroso autogol, vietando soltanto agli ospiti qualcosa che ci era garantita dalla tessera del tifoso. E’ nostra intenzione perciò che emerga soltanto la verità, perché é una verità che darebbe soltanto onore alla nostra voglia di difendere il nome della nostra città, e che darebbe soltanto onore ai nostri undici molossi che non hanno agito così per paura, ma hanno agito cosi per dimostrare che la vera farsa era non avere il sostegno del proprio pubblico alle spalle.

Oggi leggiamo da più parti che lo sport é morto, niente di più falso, perché oggi lo sport si é fatto carico di difendere i diritti di chi é stato penalizzato da una palese ingiustizia ed é andato contro a quello stesso sistema che quella ingiustizia aveva prodotto. Onore alla Nocerina Onore ai Nocerini.

Il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato

Il sindaco di Nocera Inferiore Manlio Torquato

OGNI TESTA UN VOTO – “…dalla quale ci aspettiamo come minimo un comunicato che sgombri da ogni ombra e dubbio”. Perché se no cosa fate, li aspettate sotto casa per un “pacifico incontro”?  Minacciati non una volta, quindi, ma due! Se qualcuno pensava che il comunicato anti-Evacuo della Curva Sud del Benevento fosse il punto più basso eccolo servito, e non è finita qui. Interrogato sui fatti dell’Arechi, il sindaco di Nocera Inferiore, Manlio Torquato, ha rilasciato le seguenti testuali dichiarazioni: “Hanno finito per delegittimare un’intera tifoseria e forse un’intera comunità” esordisce Torquato, e per un attimo si ha la sensazione che il soggetto della frase siano gli ultrà. La (bella) sensazione, però, dura poco. “Ho sempre rispettato, come istituzione e come mio dovere, le decisioni assunte dal Prefetto e dal Questore” – prosegue Torquato – “noto però che in altre partite, pur considerate a rischio, penso a Salernitana-Napoli o a Verona-Napoli, si è consentito alle tifoserie ospiti di partecipare in massa. Scegliendo di non far accedere nessun nocerino alla stadio Arechi forse si è alzata troppo la guardia ed il livello di prevenzione creando, al di là delle migliori intenzioni, un vero corto circuito. Se ci sono responsabilità si accertino ma prima di addebitare ad alcuno una qualche responsabilità, bisognerà esaminare e conoscere bene le cose per non ripetere gli stessi errori della vigilia. Questo sarebbe davvero inaccettabile. Nocerina-Salernitana non è solo un incontro di calcio, ma è l’appuntamento al quale giungevano, dopo 25 anni. Poteva essere una festa di popolo (sic!). È stato un peccato che ad una delle due tifoserie – che andavano debitamente controllate con le necessarie cautele e misure di ordine pubblico – non sia stata data la possibilità di assistere all’incontro“.

Ecco perché si parlava di “debolezza dell’avversario”, ed ecco perché i bookmaker darebbero per favoriti gli ultrà. Staremo a vedere.

Enrico Steidler

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