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Fiorentina: Montella e il valore della meritocrazia

La Fiorentina vola in Europa e in campionato, nonostante il doppio impegno ravvicinato (giocare giovedì e domenica non è facile, chiedere alla Lazio per conferma) e una rosa che lamenta assenze importanti. Se nomini la parola “assenze” il richiamo a Gomez viene naturale, ma non è solo il tedesco ad essere mancato in questa prima parte della stagione.
NON SOLO GOMEZ ASSENTE – Spesso ci si dimentica che c’è un altro elemento della rosa viola che l’allenatore non ha potuto utilizzare quasi per niente: parliamo di Ilicic. Lo sloveno, nei piani tattici di Montella, era il jolly da utilizzare quando le cose si fossero messe male e la prima alternativa alla coppia Rossi-Gomez, eppure, a causa di malanni fisici, non si è mai visto. Non va poi dimenticato che, nel tempo, la Fiorentina ha fatto meno anche di Pizarro, Cuadrado e dello stesso Rossi. Eppure la squadra viola è qualificata ai sedicesimi di Europa League e si trova a quattro punti dalla zona Champions.
MONTELLA E LA CHANCHE PER TUTTI – Il segreto? Un allenatore che non esclude nessuno a priori. Montella in questa stagione ha usato tutta la rosa a disposizione. Un nome su tutti è quello di Vargas. Il peruviano era considerato da tutti un esubero dei viola, ma non per Montella che lo ha rigenerato e gli ha dato fiducia, venendo ripagato da due reti. Perfino l’altro emarginato della rosa, Olivera, ha avuto i suoi minuti in campo nella partita contro il Milan. E in quanti avrebbero puntato un euro su Matos, protagonista in Europa League e contro il Milan? Il vero segreto della Fiorentina è proprio questo: al di là della qualità notevole della rosa (e di questo va dato atto a Pradè e Macìa), Montella è stato bravo a tenere tutti sulla corda senza affidarsi ad un gruppo di fedelissimi (come, ad esempio, è solito fare Mazzarri), ma facendo valere la meritocrazia. Lo stesso tecnico ha dichiarato, dopo il debutto di Olivera contro il Milan: “Si allena bene da un po’ e ho pensato fosse giusto premiarlo”.
SEI TITOLARISSIMI – Ovviamente, poi c’è sempre un gruppo di titolarissimi da cui non si può prescindere, perché ogni squadra ha una base da cui partire. Nella Fiorentina questa base è formata da sei giocatori (in attesa di Gomez): Neto (difeso quando le cose andavano male e ora protagonista di un buon campionato), Pasqual, Rodriguez, Borja Valero, Cuadrado e Rossi.
DA BAKIC A MATOS – Tutti gli altri ruotano a turno. I vari Roncaglia, Commper, Mati Fernandez, Vecino, Ambrosini, Bakic, Joaquin, Vargas e Matos hanno sostituito a turno i cosidetti titolari, sopperendo così a cali di forma e infortuni accorsi alla rosa. Così, nell’epoca in cui il termine turnover e rosa allargata viene spesso abusato, Montella lo applica alla lettera, perché nella Fiorentina, dire che tutti sono importanti, non è una frase fatta.
Davide Luciani
