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Call of Duty e i suoi Ghosts tornano ad infiammare i campi di battaglia

La saga di Call Of Duty non ha certo bisogno di presentazioni: negli anni il gioco ha raggiunto una fama talmente grande da diventare un fenomeno mediatico, in grado di macinare vendite su vendite e stabilire nuovi record di anno in anno. Da qualche anno a questa parte, però, la serie sta iniziando a sentire parecchio il peso degli anni, a causa di un gameplay che si è rinnovato veramente poco e un comparto grafico che mostra parecchio i suoi anni. Activision ha affidato ad Infinity Ward un compito molto importante: quello di rinnovare la serie, mantenendo tutti gli elementi cardine che la contraddistinguono; un compito non certo facile, ma Ghosts promette una campagna all’altezza delle migliori produzioni Hollywoodiane e una modalità multiplayer più avvincente che mai.
FANTASMI ARMATI – La trama di Ghosts vuole rappresentare un punto di svolta per l’intera saga, fornendo un contesto narrativo realmente immersivo e appassionante, che sappia donare la giusta importanza anche alla modalità per giocatore singolo del titolo. Gli Stati Uniti, in un futuro non molto distante, sono stati messi in ginocchio da una coalizione armata formata da vari paesi sudamericani, nota con il nome di “Federazione”: dopo essersi impadronita di Odin, arma spaziale statunitense, ed aver sferrato un attacco orbitale sul suolo americano, la Federazione ha invaso con le proprie truppe gli Stati Uniti e ha definitivamente conquistato il territorio. Qui entrate in gioco voi e i Ghosts: i suddetti Fantasmi sono uno dei reparti speciali più efficienti a cui gli Stati Uniti possono affidarsi; i pochi superstiti della squadra si troveranno 10 anni dopo l’attacco a dover cacciare le truppe nemiche e riconquistare i territori americani.
Le premesse per offrire un ottimo comparto narrativo ci sono tutte, e Stephen Gaghan (scritturato per la scrittura della sceneggiatura di questo capitolo, dopo l’ottimo lavoro svolto con Traffic) ha fatto un lavoro tutto sommato buono: peccato che la trama dopo le prime battute diventa piatta, con colpi di scena prevedibili e momenti adrenalinici riservati solo a sequenze scriptate; il level design e l’intelligenza artificiale non aiutano di certo, con livelli veramente poco ispirati e lineari e nemici che si limiteranno semplicemente a spostarsi di copertura in copertura, rappresentando una sfida decisamente poco impegnativa.
Nonostante un senso di deja-vu che vi pervaderà per tutta la durata della campagna (all’incirca 5-6 ore), un buon lavoro è stato fatto con una delle novità del titolo, quel Riley che tanto è stato vittima di sfottò su Internet: Riley è il cane delle forze speciali, un temibile segugio che vi aiuterà in alcune fasi di gioco; il cane può essere controllato direttamente dal giocatore, e fornisce un approccio decisamente più stealth ad alcuni scontri: peccato per il suo impiego, perché potrete fare affidamento sul migliore amico dell’uomo in poche situazioni, facendo risultare l’aggiunta di Riley come una occasione mancata.
ESPLOSIONI MULTIGIOCATORE – Se da un lato la campagna per giocatore singolo non risulti all’altezza di quanto visto in Black Ops 2 e Modern Warfare, il multiplayer non tradisce le aspettative, e si riconferma in linea con il livello qualitativo degli scorsi titoli. Una cosa che risalta subito all’occhio è la frenesia offerta dal titolo, che rispetto a Black Ops 2 risulta nettamente più veloce e dove una buona mira è assolutamente indispensabile per sopravvivere alla maggior parte degli scontri.
I livelli offerti dal comparto multigiocatore sono abbastanza vari, e si va da mappe più strette ad altre decisamente più grosse, quest’ultime pensate soprattutto per chi ama i fucili da cecchino; le mappe risultano godibili e possono essere attraversate in poco tempo, anche grazie alla possibilità di lanciarsi in scivolata dopo la corsa e scavalcare gli ostacoli in velocità continuando a sparare contro il bersaglio, due feature che aumentano ancora di più il tasso di frenesia presente nel titolo. Va detto però che sono proprio i livelli più grossi a favorire spesso i camper, visto che in partita i giocatori arrivano ad un massimo di 24. Infinity Ward, per rendere i campi di battaglia ancora più infuocati, ha aggiunto il fattore distruttibilità nelle sue mappe, che risulta però fin troppo scriptato e poco incisivo per le sorti egli scontri.
Per quanto riguarda le modalità il lavoro svolto è ancora una volta decisamente buono, con modalità classiche cha sanno accontentare tutti i gusti e nuove aggiunte che danno una ventata di aria fresca al multiplayer e sanno farsi apprezzare: fra tutte spicca sicuramente Frenesia, una modalità dove, una volta effettuata una uccisione, ne dovremo fare un’altra entro 30 secondi, pena la morte.
Un’altra componente che ha rappresentato negli anni uno dei punti di forza di Call Of Duty è sicuramente la personalizzazione: per questo capitolo IW ha voluto fondere il sistema di personalizzazione di Modern Warfare 3 con quello di Black Ops 2, ottenendo un buon risultato, che si adatta a qualsiasi tattica di gioco noi vogliamo adottare. Ora potremo rinunciare a un oggetto in nostro possesso, che sia l’arma principale, una secondaria o una granata, in favore di un perk in più: gli slot di base per i perk sono otto, con abilità di base che occupano un solo slot e altre più avanzate che arriveranno ad occupare fino ad un massimo di 5 slot; proprio qui entra in gioco la componente che apparteneva a MW3: se sceglierete come tipo di classe lo Specialist, i perk saranno ottenibili al posto delle killstreaks, così che il vostro sarà un vero e proprio super soldato che potrà fare affidamento su tutte le abilità del gioco. Se invece amate le ricompense per le uccisioni, potrete scegliere fra l’Assault e il Support, dove il primo ottiene ricompense prettamente offensive e vede resettare il progresso per ottenerle ad ogni sua morte, mentre il secondo fornisce un aiuto a tutta la squadra e mantiene il progresso raggiunto anche dopo essere morto.
Il comparto multiplayer risulta quindi godibilissimo e veramente divertente, ma pur sempre uguale agli scorsi anni e privo di novità veramente incisive: non c’è stata alcuna evoluzione, e se da un lato i fan della serie apprezzeranno il lavoro svolto da Infinity Ward, dall’altro è doveroso mettere in risalto la mancanza di idee e vere novità da ormai troppo tempo.
SPALLA A SPALLA CONTRO IL MONDO – Quest’anno gli sviluppatori hanno deciso di abbandonare il sistema a classi nel gioco, inserendo al loro posto dei soldati: il sistema di personalizzazione rimane praticamente invariato, ma i suddetti soldati, oltre a poter essere scelti nella modalità multiplayer del titolo, formano una squadra che si cimenterà negli scontri della nuova modalità Squadre, che vede i team dei giocatori di tutto il mondo scontrarsi in battaglie online asincrone, che spesso purtroppo saranno decise in negativo dall’intelligenza artificiale dei soldati. L’idea era veramente buona, dal momento che inoltre l’esperienza ottenuta dai nostri soldati aumenterà il nostro livello nella modalità multigiocatore classica, ma è stata realizzata male.
Di tutta altra fattura è la modalità Estinzione, che strizza l’occhio alla modalità zombie dei titoli sviluppati da Treyarch. Le meccaniche di base sono simili alla modalità zombie vista negli altri titoli, con il soldato che inizia il round con la sola pistola e che mano a mano che uccide gli alieni guadagna punti per altre armi e potenziamenti, ma Infinity Ward ha giunto alcune novità che migliorano la formula di base: la possibilità di scegliere un determinato loadout per il proprio soldato è una di queste, con la necessità di formare una squadra ben assortita per poter fronteggiare i vari tipi di alieni che si scaglieranno contro di voi, e che cercheranno di fermavi mentre vi sbarazzate dei nidi degli extraterrestri. Altra nota positiva è sicuramente la difficoltà, che rispetto alla modalità zombie appare decisamente più equilibrata ma mai permissiva, tal momento che dovrete sudare le proverbiali sette camicie per superare le difficoltà che si vi pareranno davanti.
VETERANI DI GUERRA – Il comparto tecnico è sicuramente uno degli elementi più discussi della produzione, con il motore di gioco che ormai era troppo vecchio, essendo in uso sin da Call Of Duty 4: Activision aveva promesso un motore di gioco che avrebbe fatto compiere un salto in avanti alla serie, ma così non è stato. Se su Playstation 3 e Xbox 360 tutto ciò è accettabile (nonostante graficamente il gioco sia rimasto invariato da Black Ops 2), su PC e Next Gen il titolo mostra tutte le pecche del motore grafico adottato, con texture degli ambienti poco dettagliate, una palette cromatica che non convince appieno, effetti particellari al di sotto degli standard attuali e animazioni non propriamente fluide; Ghosts si mantiene su 60 frame costanti e può vantare dei buoni modelli poligonali dei personaggi e un sonoro curato, ma di certo non all’altezza di altre produzioni.
PRO
– Multiplayer curato che vanta tante modalità e una buona varietà di mappe
– Personalizzazione dei soldati ottima, che offre diversi approcci agli scontri
– Estinzione è una modalità veramente ben fatta, che vi terrà incollati allo schermo per ore
– Gameplay come al solito divertente ed immediato
CONTRO
– Il comparto tecnico è ormai obsoleto, soprattutto se comparato ad altre produzioni
– IA da rivedere
– Campagna dalle premesse ottime, ma che risulta troppo lineare e monotona
– Si sente la mancanza di vere novità
COMMENTO FINALE
Call Of Duty Ghosts è un titolo divertente ed immediato, che divertirà i fan del titolo di Activision e chi è in cerca di uno sparatutto frenetico. Il gameplay è quello tipico della serie, e la modalità multiplayer ed Estinzione saranno in grado di tenervi attaccati allo schermo per ore. Il titolo però soffre la carenza di novità, sia in giocatore singolo che online, con una campagna che delude su più fronti e la modalità multigiocatore che risulta troppo legata al passato: questo non è per forza un male, ma per chi gioca già da qualche anno a Call Of Duty questo Ghosts sembrerà più una espansione che un nuovo gioco in tutto e per tutto. Da rivedere assolutamente l’intelligenza artificiale e il comparto grafico, con quest’ultimo che ormai da tempo non è più all’altezza degli standard qualitativi moderni e mostra tutte le sue pecche soprattutto su PC e Next Gen.
La rivoluzione non è stata compiuta, ma le basi per osare qualcosa di più ci sono tutte.
VOTO FINALE ( PS3 – XBOX 360): 7.5
VOTO FINALE (PC – XBOX ONE – PS4): 8
Francesco Lorusso
