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Oculus Rift: Un salto dentro il gioco

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Donna con Oculus Rift
Oculus rift

Oculus rift

Qualunque videogiocatore ha sempre sognato di essere catapultato nel suo gioco preferito, con la possibilità di cogliere ogni minimo dettaglio dell’ambientazione circostante come se fosse realtà. Beh, oggi è possibile grazie a “Oculus Rift“, la nuova tecnologia che permette, grazie a un visore 3D in grado di coinvolgere completamente il campo visivo umano, di godere al 100% dei prodotti compatibili con esso. La funzione più interessante dell’invenzione di “Oculus VR” è l’Head Tracking, un sensore che segue i movimenti della testa dell’utilizzatore, riproducendoli alla perfezione, senza sbavature.

DA 3D A 4D – Chiunque abbia avuto l’opportunità di testare “Oculus Rift” parla di un’esperienza unica, addirittura indescrivibile, in pieno stile “nextgen” (Qui il video). Tanti i titoli compatibili con il prodotto, dai meno pubblicizzati come “The town of light” ( prodotto in Italia ), fino ad arrivare al celebre “Half Life 2“. Ma cosa succederebbe se, oltre a “guardare” dentro il gioco, potessimo “viverlo”? Entra qui in gioco il “Kinect“, già disponibile per Xbox, che renderà l’esperienza veramente completa con l’ausilio dei movimenti del corpo.

NON SOLO PRO – Non tutto è stato positivo, però, nei vari test effettuati. Si accusa, infatti, una scarsa risoluzione dell’immagine ( 640×800 per occhio), ben lontana, dunque, dal tanto ambito HD. Inoltre, il visore dispone di tre tipi di lenti: A, B e C. Mentre la prima è destinata a chi dispone di una buona vista, la seconda e la terza sono sviluppate, rispettivamente, per chi soffre di miopia e astigmatismo. Per chi, però, volesse continuare ad utilizzare i propri occhiali, il compito verrebbe reso arduo dalla ridotta distanza tra l’occhio e il visore. C’è da considerare, comunque, che il prodotto sia ancora in fase sperimentale, in attesa della versione definitiva prevista per il 2014.

CONCLUSIONI – “Oculus Rift” sembra davvero il futuro: Immerge il videogiocatore in un universo parallelo, facendogli godere di ogni minimo dettaglio dell’esperienza di gioco. In pochi hanno accusato le sensazioni di nausea o smarrimento cui avevano accennato i produttori, il che è un buon segno. Ciò non toglie che ancora si debba lavorare per renderlo perfetto, migliorando, in primis, la risoluzione dell’immagine ( in certi casi si vedono addirittura i pixel sullo schermo). Con qualche piccolo accorgimento potrebbe davvero rivoluzionare il mondo videoludico, discostandosi dallo scarso tentativo della Nintendo con la console 3DS.

Andrea Siino

Studente di giurisprudenza con la passione per la pallavolo e la speranza di sfondare nel mondo del giornalismo. Seguimi su Twitter (@siino1304)!

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