Basket
Nba, Allen Iverson si ritira :”Ho dato tutto al basket”

La Nba dice addio a uno dei più grandi interpreti della palla a spicchi e ad uno dei personaggi più amati dal pubblico sportivo : Allen Iverson. L’eroe di Philadelphia dice basta e si ritira a 38 anni dopo 14 anni di carriera tra luci e ombre, ma sempre vissute al massimo e fuori da ogni schema. Un talento immenso che partendo dal ghetto della Virginia è arrivato alle Finals del 2001 con i suoi amati Sixers raggiungendo inoltre la diciannovesima posizione dei migliori marcatori di sempre nella storia Nba con 24.368 punti. Un personaggio anticonformista che con il suo stile da “bad boy” ha fatto innamorare milioni di fans di tutto il mondo.
COME LUI NESSUNO MAI- Allen Iverson mette la parola fine alla sua carriera. E’ proprio l’ex stella dei Sixers a darne l’annuncio ufficiale ieri in una conferenza stampa al Wells Fargo Center di Philadelphia: ” Ho dato tutto per la pallacanestro. La passione c’è ancora ma il desiderio di giocare no. E’ stata una grande cavalcata. E’ un giorno felice per me. Pensavo potesse essere triste. Ma sono felice”. Queste le parole pronunciate da Iverson nella sua Philly, dove in maglia Sixers ha giocato 11 stagioni arrivando a vincere il titolo Mvp del 2001 e le Nba Finals sempre nella stessa stagione poi perse contro i Lakers di Shaq e Kobe. Nella “Città dell’amore fraterno” A.I ha espresso il suo migliore basket e mostrato al mondo intero un talento mai visto prima in un fisico normale ma così atipico per i canoni cestistici.
Quando si parla di Iverson non si può tralasciare il suo stile. Il suo “Gangsta style” non era mai stato visto prima su un Parquet Nba ed è riuscito a plasmare intere generazioni. Le sue treccine, i suoi tatuaggi, stanno lì a rappresentare un’anima selvaggia, mai scesa a compromessi.“Sono sempre stato me stesso. Dentro e fuori dal campo. Tutti mi guardavano con sospetto per come mi vestivo, per i miei tatuaggi e le mie treccine. Adesso i giovani giocatori Nba sono pieni di tatuaggi. Anche i poliziotti, che mi hanno picchiato quando ero giovane, adesso portano le treccine. Sono contento di aver cambiato il gioco e la sua cultura”.
“Non voglio essere ne Jordan, ne Magic, ne Bird. Quando smetterò mi guarderò allo specchio e dirò di aver fatto sempre a modo mio”. Il giorno è arrivato, e The Answer ( soprannome che lo ha accompagnato per l’intera carriera), potrà darsi quella risposta, come lui nessuno mai.
Simone Gianfriddo
