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Roma: tocca a Borriello e Ljajic, a Destro quasi

Quelli accidentali erano gli unici eventi che potevano indurre Rudi Garcia a metter mano sulla macchina Roma sinora perfetta: gli infortuni di Totti e Gervinho comportano inevitabili modifiche, non solo negli uomini ma anche nelle caratteristiche di manovra. Dal “finto nueve” (il capitano) al centravanti (Borriello), dall’ala tutto campo (l’ivoriano) a quella prevalentemente offensiva (Ljajic). In tutto questo la fine di un incubo: quello di Mattia Destro, che supera brillantemente la visita di Barcellona e si prepara al lento ma definitivo rientro.
CHI ESCE: TOTTI E GERVINHO – Le defezioni verificatesi durante Roma-Napoli, pur non avendo inficiato sull’entusiasmo romanista, hanno posto interrogativi nuovi e indesiderati nella mente del tecnico francese. La squadra non ne ha risentito durante il match, segnando un gol dopo ogni sostituzione, ma le diagnosi hanno tolto i due giocatori per più di una partita. Se l’infortunio di Gervinho è meno grave (lesione di primo grado del retto femorale sinistro con interessamento miotendineo, dovrebbe saltare Udinese e Chievo) quello del capitano comporta la sua assenza per diverso tempo: lesione alla coscia destra e ulteriori controlli fra 10 giorni. Si prevede uno stop di 4-6 settimane, con l’obiettivo di riaverlo per il Tour de Force previsto a cavallo di Natale: Fiorentina, Milan e Juventus, nel mezzo il Catania come ultima partita del 2013.
CHI ENTRA: BORRIELLO E LJAJIC – Per alleviare queste due botte c’è bisogno di un’ampia rosa da cui attingere: in questo Garcia è stato aiutato dal mercato estivo, ma anche dalla polifunzionalità di Florenzi che si è reinventato esterno d’attacco e ha permesso di avere un’alternativa in più. Ma per sostituire i due perni del reparto avanzato l’ex Lille ha a disposizione due giocatori che, per motivi diversi, hanno trovato poco spazio senza però sfigurare: in primis Adem Ljajic, acquistato nell’ultima caldissima settimana di trattative per sostituire Lamela, che vista l’esplosione di Gervinho ha giocato titolare solo a Parma ma ha già realizzato tre gol; e poi Marco Borriello, centravanti con la valigia in mano fino alle 22e59 del 2 Settembre, che a testa bassa ha riguadagnato la stima dell’ambiente. Non quella dei compagni (che dopo il mercato lo hanno festeggiato con una torta) e di Garcia, che a Riscone lo definì un attaccante “con la polvere da sparo nei piedi”.
COSA CAMBIA – Con i due infortunati che lavorano a parte, e il gruppo che oggi si è ritrovato prevalentemente in palestra, la fisionomia offensiva della Roma cambia non tanto nel modulo (sempre 3 i riferimenti offensivi) quanto nello svolgimento della manovra. Totti da finto centravanti arretrava per prendere palla e giostrare da registra avanzato, facendo convergere al centro i laterali e i centrocampisti; con Borriello questo risulta più difficile, essendo una punta d’area di rigore: gli esterni sono chiamati a un lavoro diverso, con maggiori responsabilità di manovra, ma la presenza del centravanti garantisce un gioco di sponda tutto sommato utile per i laterali. Ma nel modello ottimale di Garcia tutti e tre gli attaccanti dovrebbero essere mobili: in teoria la collocazione ideale di un altra freccia nell’arco giallorosso, cioè Mattia Destro.
DESTRO RIVEDE LA LUCE – Volato a Barcellona ieri per un controllo fondamentale, Mattia Destro ha potuto finalmente ritrovare il sorriso: i test clinici sono stati tutti superati brillantemente, il giocatore è clinicamente guarito e può gradualmente tornare ad allenarsi in gruppo (oggi intanto è tornato a correre e toccare il pallone). Il suo infortunio al ginocchio risale a 10 mesi fa e ha dovuto conviverci per tutta la parte finale della scorsa stagione: prima la nefasta finale di Coppa Italia, poi gli spezzoni con la nazionale Under 21 nell’Europeo di categoria hanno fatto il resto. Ultima partita giocata: l’11 Giugno contro i pari età della Norvegia. Da allora solo riabilitazione e musi lunghi, fino a ieri: per molti Mattia è l’attaccante ideale per il tecnico francese, un centravanti in grado di segnare ma anche di muoversi. Nel frattempo a Borriello e Ljajic l’onore (e l’onere) di mantenere la Roma ai limiti della perfezione.
Daniele Ernesti
