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Addio a Bruno Metsu, il ‘Santone’ che fece grande il Senegal

Tutti quelli che nel 2002 assistettero al Mondiale in Corea-Giappone, ricorderanno di sicuro la squadra del Senegal. Gli africani iniziarono il torneo col botto, affossando la Francia, detentrice del titolo, per 1 a 0 nella gara inaugurale. I successivi pareggi contro Danimarca e Uruguay consegnarono le chiavi degli ottavi ai senegalesi, che chiusero il girone secondi. Avversario successivo fu la Svezia, eliminata con un gol di Camara al minuto 104 dei supplementari. Ai quarti il sogno finì, colpa di Mansiz che portò la sua Turchia alle semifinali.
Sicuramente tutti, quindi, ricorderanno l’artefice di questo: Bruno Metsu, allenatore francese dai lunghi capelli biondi e ricci, che fece sognare non solo il popolo africano, ma il mondo intero per la stupefacente cavalcata dei “leoni” tra le grandi del calcio.
La carriera: Bruno Metsu, classe 1954, da giocatore ha vinto un campionato belga e una coppa di Belgio, con l’Anderlecht, nell’anno 1971/1972. Dopo aver militato in diverse squadre, tra cui le francesi Valenciennes e Lille, si da alla carriera di allenatore, guidando anche le sopracitate squadre nel campionato francese. Dopo la parentesi d’oltralpe, viene scelto come CT della nazionale del Senegal per tentare la qualificazione ai Mondiali 2002. Come già visto, non solo la squadra raggiunse l’ultima fase del torneo, ai danni del Marocco, ma arrivò anche in finale di Coppa d’Africa, dove perse col Camerun. Dopo la suddetta cavalcata della squadra africana al mondiale, Bruno Metsu decide di trasferirsi in terra araba. Li vince 2 campionati negli Emirati Arabi Uniti, con l’Al-Ain, la Champions League Asiatica, cioè la AFC, sempre con l’Al-Ain, un campionato in Qatar con l’Al-Gharafa, con cui vince anche la Coppa della Corona del Principe di Qatar.
Viene scelto successivamente, per guidare la nazionale del Qatar, subentrando all’esonerato Fossati. Eliminato dalla Coppa d’Asia, nel 2011 viene sollevato dall’incarico, per firmare poco dopo un contratto con l’Al-Gharafa, allenata in precedenza.
Nel 2012 subentra poi a Maradona sulla panchina dell’Al- Wasl. Verso la fine dell’anno scorso è costretto a rescindere il contratto per motivi di salute.
La malattia: La scorsa estate ha rilasciato un’intervista al giornale sportivo l’Equipe, affermando:
“Sono andato a fare delle analisi del sangue e senza pensarci su mi dissero che ero in fase terminale a causa di un cancro al colon, al fegato e al polmone. Mi hanno dato tre mesi di vita. Lo choc fu enorme”. Si è spento oggi, all’età di 59 anni nella sua Coudekerque, dopo aver lottato con la sua malattia.
Se ne va un altro pezzo di storia del calcio, uno dei pionieri europei nel mondo degli sceicchi, dove ha portato le sue conoscenze, e lo ha fatto da vincitore.
Luca Porfido
