Focus
Felice Evacuo, ostaggio del calcio moderno
Ostaggio. Guardando quel video di 180 secondi che dalla giornata di ieri ha invaso il web, è questa la prima parola che viene in mente per definire Felice Evacuo, centravanti 32enne del Benevento, club incluso nel girone B del campionato di Prima Divisione Lega Pro. Tre minuti di “mea culpa”, spiegazioni, ricerche di chiarimenti e consensi verso i tifosi sanniti: tutto questo con un lugubre panno bianco alle spalle e una spoglia ambientazione casalinga, che rievoca filmati ben più drammatici, realizzati a volte a migliaia di chilometri di distanza dal Belpaese e diffusi dalle varie emettenti nazionali, con spesso in ballo la vita della persona coinvolta.
Fortunatamente, si parla di calcio, e in ballo c’è “solo” una fetta di carriera di un calciatore, centravanti stimato e navigato dei campi di Lega Pro con “escursioni” in serie B. Ma quale crimine capitale avrà mai commesso questo signor Evacuo, vien da chiedersi a chi non ha seguito le vicende di Benevento-Nocerina, derby giocato domenica scorsa al “Vigorito” e vinto per 1-0 dai giallorossi di casa con un convulso post-partita? L’attaccante sannita si è reso protagonista a fine partita di calorosi saluti nei confronti dei supporters rossoneri, team nel quale aveva militato nella scorsa stagione serbandone un ottimo ricordo. Un “affronto” per gli ultras del Benevento, stanti i rapporti non ottimali tra le due tifoserie. Di lì il finimondo sportivo, con la reprimenda del presidente giallorosso Oreste Vigorito nei confronti del centravanti, le paventate dimissioni – poi rientrate – dell’allenatore Carboni per difendere il suo numero 9 – e la richiesta di rescissione del contratto, prima con una contestazione verbale poi a mezzo lettera (Il signor Felice Evacuo deve lasciare la città si leggeva) dei gruppi organizzati di tifosi sanniti.
Di lì Evacuo è diventato ostaggio di chi prima lo aveva osannato, costretto in casa con la sua famiglia fino al momento del video riconciliatore. “Ostaggio” di un calcio che non accetta che vi sia altro “dio” (sportivo) all’infuori della casacca che si indossa, non tollera i saluti a una tifoseria considerata “nemica”, non concepisce che un professionista serio possa essere affezionato a più piazze. Nel mezzo non una parola dall’Aic e tante voci in seno al Benevento Calcio, dove è andato via il ds Pastore. E ieri, alla ripresa degli allenamenti dei sanniti, la contestazione verso l’attaccante non si è esaurita, ma solo parzialmente placata.
Come andrà a finire, non è ancora dato saperlo. Evacuo nel suo video-messaggio ha spiegato di avere agito “in buona fede” e di essere dispiaciuto di aver creato “un problema alla società, ai tifosi, ai miei compagni di squadra e all’allenatore”, aggiungendo di non aver mai voluto mancare di rispetto ai tifosi del Benevento: il “processo popolare” di questo folle calcio moderno è aperto, quale sarà la “sentenza” della giuria composta dal Benevento Calcio e dai suoi tifosi per l'”ostaggio” Evacuo?
Luca Guerra