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Totti e la Nazionale, un amore ancora possibile?

Trentasette anni e non sentirli. Francesco Totti è il protagonista assoluto della sorprendente cavalcata vincente della Roma in questo avvio di campionato. Tre reti in sette partite, ma non solo: assist decisivi, giocate spettacolari, e più di tutto un carisma che in pochi hanno, capace di farne il faro e la guida della squadra. L’exploit del campione giallorosso non è passato inosservato agli occhi del commissario tecnico della Nazionale, Cesare Prandelli, che non esclude a questo punto una convocazione di Totti ai prossimi Mondiali.
“SE IL MONDIALE FOSSE ORA, LO CONVOCHEREI” – “Se il Mondiale fosse fra venti giorni, non avrei dubbi: Totti verrebbe al Mondiale”. Le parole di Prandelli sono chiare, l’idea di vederlo ancora con la maglia azzurra accarezza i suoi pensieri, ma sono tanti gli aspetti da considerare, sul piano tattico, ma non solo: innanzitutto bisognerà capire se Totti risponderebbe sì alla convocazione del mister. Il numero 10 non ha dato risposte certe in questo senso, ma ha tenuto aperta la porta con queste parole: “Per ora penso solo alla Roma, poi a primavera vedremo quali saranno le mie condizioni fisiche e decideremo. Comunque mai dire mai”. Mai dire mai, ma la priorità, ora come ora, sono la Roma, uno scudetto da provare a vincere in questa stagione e il sogno di conquistare la Champions League nella prossima, coppa inseguita dal capitano per tutta la carriera, senza riuscire mai a vincerla.
QUESTIONE DI PRIORITÀ – In Nazionale invece Totti ha già avuto tante soddisfazioni: un Europeo giocato da leader nel 2000, conclusosi con l’amara finale di Rotterdam, e soprattutto il Mondiale vinto nel 2006, nel quale fu decisivo nonostante fosse reduce da un gravissimo infortunio. Trovare nuovi stimoli non sarebbe semplice, le partite da giocare sono da centellinare e la Roma viene prima di tutto, prima anche della Nazionale, e immaginarlo in Brasile a quasi 38 anni nell’estate che anticiperà l’ultima stagione della carriera non sembra semplice.
CHE RUOLO AVREBBE? – C’è poi da fare una considerazione tecnico-tattica: che ruolo avrebbe Totti nella squadra di Prandelli? Il modulo preferito dal c.t è il 4-3-3, simile per certi versi a quello adottato da Garcia per la sua Roma, con una punta centrale dinamica, abile a giocare sulla trequarti e affiancata da due ali dotate di grande tecnica. La punta di questa Nazionale è Mario Balotelli, che ha un modo di giocare simile a quello del capitano giallorosso. Difficile immaginare una convivenza dei due in campo, ancora più difficile immaginare Totti in un altro ruolo. Potrebbe essere il vice-Balotelli che manca alla squadra, una riserva di lusso pronta ad aiutare gli azzurri nei momenti di necessità. Ma questo è un ruolo che Totti non ha mai ricoperto, se fosse convocato sarebbe difficile vederlo in panchina a tifare per gli altri. È vero anche che la sua carta d’identità è una variabile imprescindibile e potrebbe per questo accettare un compito da comprimario, ma quello che i numeri del campo continuano a dire è che lui è un protagonista, non una semplice comparsa.
UN SOGNO CHE RESTERÀ TALE – Insomma, sono troppi i motivi che portano a pensare che Totti non indosserà più la maglia dell’Italia. L’idea fa sognare tifosi e addetti ai lavori, ma è un sogno che probabilmente rimarrà tale, anche se l’attaccante ha regalato sempre tante sorprese nel corso della sua carriera, la voglia di vincere ancora non gli manca, non è detta quindi l’ultima parola.
Antonio Casu
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