Football
Del Piero e Inzaghi dicono “No” al ritiro delle loro maglie
Pubblicato
9 anni fa|

TORINO, 16 MAGGIO 2012 – Da qualche tempo a questa parte anche nel calcio è entrata in vigore la moda di ritirare la divisa di alcuni calciatori per motivi tra loro diversi: spesso infatti si ritirano le magliette di quei giocatori simbolo di un determinato club o le divise di calciatori prematuramente scomparsi. Talvolta è stata ritirata la maglia numero 12 in onore dei tifosi della squadra, considerati il 12° uomo in campo.
UNA STORIA RECENTE – La tendenza prende spunto da una consuetudine adottata nell’NBA ed è diventata un’usanza del calcio a partire dagli anni ’90. Prima infatti i giocatori che venivano scelti come titolari dai rispettivi allenatori indossavano le divise che andavano dall’1 all’11 mentre quelle dal 12 in poi erano destinate alle riserve: per questo motivo nel corso di una stagione un singolo giocatore poteva cambiare più volte il proprio numero di maglia. Da una ventina d’anni a questa parte invece, con l’adozione dei “numeri estesi”, ogni calciatore ha il proprio personalissimo numero e la tendenza a ritirare la divisa si è fatta più massiccia.
LE DIVISE RITIRATE PER DECESSI – Molte volte i club hanno deciso di ritirare le divise indossate da quei calciatori che sono morti mentre erano ancora in attività, come per commemorare in maniera simbolica la vittima. Federico Pisani, Vittorio Mero, Ray Jones, Niccolò Galli, Antonio Puerta e, ultimo, Piermario Morosini sono solo una piccola parte di quei giocatori la cui divisa è stata ritirata in seguito a una morte prematura sui campi di gioco. Un gesto, forse inutile forse no, per dimostrare la vicinanza di tutta la società nei confronti di quei ragazzi sfortunati.
I RITIRI PER MERITO – Bisogna tuttavia considerare che molto più spesso le divise sono state ritirate quando un calciatore particolarmente rappresentativo ha deciso di lasciare la squadra per la quale è stato una vera e propria bandiera. In Italia fu il Milan il primo club a ritirare una divisa per questa ragione: nel 1997 infatti fu ritirata la maglia numero 6 di Franco Baresi che per vent’anni aveva militato tra le fila della squadra rossonera. Da allora l’Italia è diventata la nazione in cui questa “moda” si è fatta sempre più consistente. Impossibile quindi non citare le divise numero 3 ritirate da Inter e Milan in onore, rispettivamente, di Giacinto Facchetti e Paolo Maldini. La Roma ritirò nel 2003 la maglia di Aldair mentre il Cagliari rinunciò a partire dal 2005 a giocare con il numero 11 di Gigi Riva. Da ricordare infine il ritiro da parte di Brescia e Napoli dei numeri 10 appartenenti a Baggio e Maradona.
I NUMERI NON RITIRATI – Naturalmente però non tutte le divise possono essere ritirate dai vari club se non si vuole rischiare di non aver più numeri da far indossare ai futuri calciatori. Tanto per fare qualche esempio, la divisa di Giuseppe Bergomi non è stata ritirata nonostante egli sia, ad oggi, il giocatore con più presenze all’attivo in Champions League-Europa League (ben 96 gettoni per lui) e nonostante sia il calciatore con più presenze all’Inter (ben 756) secondo soltanto a Javier Zanetti. Non servirebbe comunque nemmeno andare così in là negli anni per trovare altri episodi simili: domenica scorsa infatti Del Piero ed Inzaghi hanno disputato l’ultima gara con Juventus e Milan. Subito i due club hanno avanzato l’ipotesi di ritirare le divise di questi due campioni ma secca è arrivata la replica da parte dei giocatori coinvolti. “Non sarebbe giusto. Da bambino io sognavo di indossarla, e come me ci saranno tanti altri ragazzini” ha dichiarato Del Piero a proposito della notizia. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Superpippo, il quale ha voluto precisare come “spero che chi la indosserà in futuro la porti con onore, con dignità, lottando per questi colori come ho fatto io”.
IL DIBATTITO CONTINUA – Sappiamo naturalmente che l’episodio di Del Piero e Inzaghi è stato soltanto l’ultimo di una serie che probabilmente non tarderà a continuare. Il dibattito continua e non sembra che le parti troveranno facilmente un accordo. Da una parte infatti c’è chi sostiene la necessità di ritirare alcune divise per ricordare ai posteri le avventure di alcuni campioni; dall’altra parte invece c’è da dire che nel caso in cui la Juventus avesse ritirato la divisa numero 10 di Platini o, ancor prima, di Sivori, non avremmo avuto mai il piacere di vedere un campione come Del Piero indossare quella maglia.
a cura di Matteo De Angelis
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