Cronaca
Riccardo Garrone, presidente honoris causa


Riccardo garrone
GENOVA, 22 GENNAIO – Il calcio italiano è in lutto: è morto ieri sera nella sua villa di Grondona Riccardo Garrone, noto imprenditore e presidente della Sampdoria dal gennaio del 2002. Malato da tempo di tumore al fegato, domani avrebbe compiuto 77 anni.
Figura di spicco del mondo dell’industria (era presidente onorario e consigliere d’amministrazione della ERG, azienda fondata dal padre Edoardo nel 1938), Garrone era un punto di riferimento anche in quello dello sport, nel quale profuse il suo grande impegno e la sua umanità.
Molto apprezzato da coloro che lo conobbero (e che ne sottolineano le brillanti doti manageriali e la dirittura morale), seppe guadagnarsi grande stima in tutto il mondo del calcio, che oggi lo ricorda e lo descrive con parole spesso (e non a caso) molto distanti dal solito elogio funebre di circostanza. Significative, in tal senso, quelle di Gianluigi Buffon: “Il calcio purtroppo perde una figura positiva, realmente uno dei pochi personaggi del panorama calcistico che stimavo, pur non conoscendolo. Era molto simile a Mantovani per educazione e correttezza, il vero aristocratico nel senso nobile della parola”.
CHI ERA – Nato a Genova (suo grande, infinito amore) il 23 gennaio 1936, Garrone consegue la maturità classica al liceo D’Oria (vera “istituzione” del capoluogo ligure e fucina di personalità del calibro di Taviani, D’Alema, Rondi e di talenti come Tenco, Lauzi e Paolo Villaggio) e, nel 1961, la laurea in chimica industriale. Alla morte del padre, rileva appena ventisettenne l’azienda di famiglia, di cui resta alla guida per quarant’anni, fino al 2003, quando le redini passano nelle mani del figlio Edoardo. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 1993, nel gennaio del 2005 assume la presidenza della Fondazione Garrone (molto attiva nel campo della promozione e valorizzazione culturale e artistica, dei servizi culturali e della formazione); nel giugno dello stesso anno gli viene conferita la laurea honoris causa in ingegneria chimica. Presidente onorario della ERG dal 2008, Garrone è stato a capo del consiglio di amministrazione del Banco di San Giorgio e, per due volte (dal 1983 al 1986 e dal 1998 al 2000), dell’Associazione Industriali di Genova.
Questo il suo cursus honorum, ma sono convinto che le sue stesse parole, raccolte pochi giorni fa da Renato Tortarolo del Secolo XIX, siano molto più efficaci a descrivere chi fosse il presidente della Samp: “Provo un senso di disagio per gli investimenti che abbiamo fatto in questo settore (il calcio, ndr). C’è un effetto di trascinamento per poter restare a galla, si spende come se i soldi fossero carta straccia, si arriva a limiti di profonda amoralità. E non lo dico per difendermi quando i tifosi mi rimproverano di avere il “braccino corto”.
LA SUA STORIA ALLA SAMP – Presidente del sodalizio blucerchiato dal 2002 (che sostiene come sponsor fin dagli anni ottanta), affida la ricostruzione della squadra (che allora milita in Serie B) al direttore generale Giuseppe Marotta e la guida tecnica a Walter Novellino, e al primo tentativo (stagione 2002-2003) ottiene la promozione in Serie A.
Dopo quattro anni più che decorosi dal punto di vista dei risultati (ottava in classifica nel 2003-2004, quinta a un solo punto dall’Udinese nel 2004-2005, dodicesima nel difficile anno di Calciopoli e nona nel 2006-2007), la Samp passa nelle mani di Walter Mazzarri e Garrone arricchisce la rosa con giocatori come Montella, Bellucci e Cassano. Sesta nel 2007-2008, è soltanto tredicesima l’anno seguente, in cui però conquista la finale di Coppa Italia (persa ai rigori con la Lazio). Nel 2009-2010 la squadra – guidata da Luigi Delneri – gioca un campionato a tratti esaltante e raggiunge il quarto posto in classifica, guadagnandosi così l’accesso ai preliminari della Champions League 2010-2011, competizione che i blucerchiati non disputavano dal lontano 1992.
La stagione più felice, tuttavia, precede quella più nefasta, la cui premessa è un ribaltone tecnico-societario non proprio oculato: al posto di Marotta, che lascia dopo otto anni per approdare alla Juventus (maggio 2010) arriva Sergio Gasparin, che però si dimette dopo pochi mesi per insanabili divergenze con la Società. Domenico Di Carlo – subentrato a Delneri – non si fa amare e, complici i risultati tutt’altro che soddisfacenti, viene esonerato il 7 marzo 2011. A complicare le cose ci pensano Antonio Cassano (messo fuori rosa per motivi disciplinari e poi ceduto al Milan), l’avventata cessione di Pazzini e il difficile rapporto del nuovo tecnico Alberto Cavasin con la squadra e, più in generale, con l’ambiente blucerchiato.
Impoverita nel patrimonio tecnico e lacerata da mille tensioni la Samp retrocede in Serie B, e Garrone (cui vengono addossate anche le colpe che non ha) vive il suo momento più doloroso da presidente del club, che però, grazie anche alla sua determinazione, ha la forza di risorgere subito dalle sue ceneri: dopo un campionato altalenante, la squadra accede ai play-off e li gioca in modo splendido: Sassuolo e Varese, date per favorite, vengono eliminate una dopo l’altra e l’undici allenato da Iachini torna trionfalmente in serie A.
LE REAZIONI DEL MONDO DEL CALCIO – Antonio Cassano: “Un dolore straziante, oggi è uno dei giorni più brutti e tristi della mia vita. Rimarrai per sempre nel mio cuore e ti vorrò bene per sempre”;
Giuseppe Marotta: “Garrone era una persona saggia e ricca di valori. Era un imprenditore di successo e per me un punto di riferimento, lo ricorderò sempre. Se sono alla Juventus lo devo anche a lui. Anche se negli ultimi mesi non ci sentivamo spesso, ho perso un punto di riferimento e lo rimpiangerò sempre” (Sky Sport);
Vincenzo Montella: “Nella prima parte della mia carriera ho giocato con Mantovani come presidente della Sampdoria, successivamente sono tornato nel 2007 e c’era Garrone. Ogni volta che mi vedeva manifestava grande entusiasmo, lo ricordo con grande affetto e simpatia; era una grande persona, mi associo alle condoglianze per la sua famiglia. Spero di poter essere presente al momento dell’ultimo saluto” (Sky Sport);
Nicola Pozzi: “Ci mancherà, le persone più buone se ne vanno così. Non so cosa dire. Ricordi? Tanti. La gioia per la Champions. Ma forse soprattutto il periodo della retrocessione, quando lui veniva negli spogliatoi e ci stava vicino, con la sua calma, la sua tranquillità. E ha trasmesso lo spirito della famiglia Garrone ai figli” (Sky Sport);
Beppe Iachini: “Sono felice di avere conosciuto una persona straordinaria, i ricordi forti sono tre: quando mi disse “mister, siamo nelle sue mani”. Arrivai in una situazione difficile e lo rassicurai, dicendo che mi era già capitato di riemergere da situazioni difficili. Veniva al campo a seguire gli allenamenti, poi dopo la promozione ottenuta contro il Varese mi ringraziò per il lavoro svolto. E come non ricordare le sue parole alla cena della promozione, che mi commossero tanto perché mi ringraziò davanti a tutti. Quest’immagine mi rimarrà impressa, sono felice di avergli regalato l’ultima gioia sportiva importante. Condoglianze a tutta la famiglia, ho conosciuto persone speciali. Va via una persona di grande spessore umano e morale” (Tuttomercatoweb);
Giampaolo Pazzini: “è un grande dispiacere questa notizia… Era un uomo di valori. È sicuramente una perdita dolorosa per la famiglia Samp”;
Marco Lanna: “Sono stato il suo primo acquisto. Lui ha preso la Sampdoria a gennaio, e io sono arrivato a febbraio. Ho potuto vedere i suoi primi passi, ha sempre lavorato con grande passione. Il suo primo obiettivo è sempre stato quello di trasmettere a tutti importanti valori etici. Per lui era una priorità. Si sapeva che non stava benissimo, in questo momento sono molto vicino ai suoi due figli. Per la Sampdoria è una grave perdita, è stato lui a farla venir fuori dalla crisi trascinandola fino alla Champions. Ha sempre fatto sacrifici, anche economici, per il bene della Sampdoria” (Tuttomercatoweb);
Fabio Bazzani: “Questa triste notizia mi ha abbattuto, era una grande persona, prima che un grande presidente. Lascerà un grande vuoto. Garrone è stato il presidente più importante della mia carriera, sono stato 5 anni in blucerchiato condividendo tante emozioni con lui. Dispiace per la famiglia, ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerlo: era una persona con grandi valori umani. Un ricordo? Era il giorno della promozione in serie A, al termine del match contro il Cagliari ricordo il giro di campo dove lui era al mio fianco sventolando una grande bandiera blucerchiata. Garrone era visibilmente commosso per avere riportato la Samp in A dopo diversi anni, ed è questa l’immagine che porterò sempre con me” (Tuttomercatoweb);
Francesco Flachi: “Il calcio italiano perde un grande uomo, trasparente, leale, e semplice. Per noi è stato un padre di famiglia. Era una gran bella persona, che ci mancherà. Non amava apparire proprio per la sua semplicità; aveva però grandi valori, e difficilmente sbagliava una parola detta. Racconto un aneddoto: dopo il mio problema a Genova, per due anni non si fece sentire, come una punizione da padre a figlio. Poi, passato del tempo, mi tornò ad abbracciare, come a farmi capire che io avevo sbagliato, ma che mi perdonava. Lui e Mantovani hanno fatto la storia della Sampdoria” (Tuttomercatoweb).
A cura di Enrico Steidler
