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Primarie PD: Bersani e Renzi al ballottaggio, decisiva l’eredità di Vendola

ROMA, 26 NOVEMBRE – Si è conclusa ieri la (prima) tornata elettorale delle elezioni primarie del PD, che ha espresso un verdetto già atteso: sarà ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. I due contendenti hanno ottenuto rispettivamente il 44% e il 36%, risultato che li costringe a scontrarsi nuovamente domenica prossima, il 2 dicembre. Per quanto riguarda gli altri candidati, Nichi Vendola incassa solo il 15%, Laura Puppato ottiene il 2,6% mentre a Bruno Tabacci rimane l’1,4%.
La lunga e fortunata giornata delle primarie è stata accolta con successo, ha superato ogni aspettativa registrando il numero record di 3,1 milioni di votanti e ciò sta facendo respirare aria di ritrovata fiducia all’intero partito di centosinistra. Per quanto Bersani si dica “stracontento” e parli di “un successo che ha voluto fortemente“, Renzi avrà a disposizione una settimana per cercare di recuperare lo svantaggio nei confronti del segretario democratico. “Un abbraccio particolare – ha commentato il rottamatore – a chi ha vinto il primo round, un applauso a Pier Luigi: un applauso di stima, di rispetto e di affetto“. Una settimana a disposizione anche per Bersani, per affermarsi definitivamente sul sindaco di Firenze. E decisivi saranno questi prossimi cinque giorni soprattutto per il ruolo che Nichi Vendola potrà giocare e i rapporti di forza che potrà cambiare.
L’EREDITA’ DI VENDOLA – Molto, quasi tutto si giocherà su quel 15% che lascia in eredità il Presidente della Regione Puglia, un numero tale di votanti che l’ago della bilancia potrebbe spostarsi verso la sponda renziana, ribaltando l’esito del primo turno. Decisiva, dunque, sarà la scelta di Vendola su quale fazione appoggiare: “Ascolteremo con puntigliosa attenzione le parole di Bersani e di Renzi e orienteremo il nostro sostegno di conseguenza“. Ora che l’ipotesi di primarie a doppio turno è diventata realtà, in molti sostengono che questo nuovo scenario potrebbe tramutarsi in un vantaggio per Renzi, più che per Bersani. Non solo perché gli concede una seconda chance, ma anche perché è poco avvalorata la lettura di chi pensa che i voti di Vendola si trasformino in sostegno al segretario del PD. Probabilmente ciò accadrà comunque tramite i consensi dei più accaniti sostenitori del “vecchio” partito di sinistra, ma Vendola ha il merito di aver trattato anch’egli il tema del rinnovamento. E i votanti che al primo turno hanno puntato su di lui, adesso intravederebbero una maggiore affinità politica con Renzi.
a cura di Gaetano Galotta
