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Maglietta Pro Speziale: Daspo di tre anni a Pietro Arcidiacono

COSENZA, 21 NOVEMBRE – “Speziale Innocente”: con questa scritta sulla maglietta, sabato, il calciatore Pietro Arcidiacono, attaccante del Nuova Cosenza, squadra che milita in serie D, ha festeggiato il gol che ha segnato contro il Sambiase. Nella gara, che il Cosenza vincerà 3-4, Arcidiacono, dopo aver segnato, si è avviato verso la panchina, dove il fratello Salvatore, anche lui giocatore del Cosenza, gli ha passato la maglia “incriminata”. Già perchè le telecamere hanno ripreso tutto e da li a poco si è alzato un polverone sul giocatore.
Antonino Speziale, è l’ultrà del Catania condannato in via definitiva a otto anni di galera per omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo Filippo Raciti, ucciso nel febbraio del 2007 allo stadio Massimino durante il derby Catania–Palermo.
La Cassazione, proprio il 14 novembre ha emesso la sentenza in via definitiva contro Speziale e contro il secondo ultrà Daniele Micale.
Tramite l’ufficio stampa della sua squadra, Arcidiacono ha detto che “Non è stato un gesto contro le forze dell’ordine né, tanto meno, contro la famiglia Raciti, ma solo un atto di solidarietà verso un ragazzo che conosco perché siamo cresciuti nello stesso quartiere di Catania”
Intanto il Cosenza Calcio si dissocia dal gesto del proprio tesserato e si dichiara estraneo ai fatti in quanto all’oscuro di tutto.
La procura di Catanzaro ha chiesto alla Digos di Cosenza altri accertamenti su ulteriori responsabilità nella vicenda del fratello Salvatore reo di avergli passato la maglietta dalla panchina.
Nei confronti di Pietro Arcidiacono, il questore di Catanzaro, Guido Marino, lunedì ha emesso un Daspo di tre anni all’attaccante ventiquattrenne del Cosenza. Tre anni lontano dagli stadi.
Il Daspo è un provvedimento che vieta al soggetto ritenuto pericoloso di poter accedere in luoghi in cui si svolgono determinate manifestazioni sportive. Il provvedimento può andare da uno a cinque anni, in base alle modifiche del cosiddetto Decreto Amato varato proprio nel febbraio 2007 dopo gli scontri di Catania, che hanno causato la morte dell’Ispettore di Polizia Filippo Raciti.
Intanto la vedova di Raciti, Marisa Grassi ha dato ad Arcidiacono dello “stupido e presuntuoso”, pretendendo da lui delle scuse per i suoi figli. Scuse arrivate poche ore dopo dal giocatore alla signora, ai figli e alla polizia definendo il suo gesto, solo un modo per solidarizzare con la famiglia del suo amico.
Scuse prontamente accettate dalla signora e dalla famiglia, che spera che un atto così non si ripeta più negli stadi italiani.
Nadia Gambino
