Football
Milan, la crisi non è solo colpa di Allegri

MILANO, 24 SETTEMBRE – I 3 punti raccolti in 4 partite, uniti allo scialbo pareggio ottenuto al debutto in Champions League, certificano senza ombra di dubbio la crisi di gioco e di risultati che sta attraversando il Milan. Il principale responsabile del momento poco felice dei rossoneri è certamente il tecnico Massimiliano Allegri ma le colpe, in questi casi, non sono ovviamente solo di una persona e coinvolgono anche una società che nel corso degli ultimi 25 anni si è dimostrata una delle più abili nell’intero panorama calcistico europeo.
LE RESPONSABILITA’ DEI DIRIGENTI – Il momento delicato della società di Via Turati nasce in estate quando, in sede di campagna acquisti, i vertici milanisti hanno smantellato la squadra che nelle ultime 2 stagioni aveva raccolto uno scudetto e un secondo posto alle spalle della Juventus. All’addio dei senatori si è unito quello degli unici 2 top players presenti nell’organico, Ibrahimovic e Thiago Silva, e questo ha comportato un deciso abbassamento del livello tecnico della rosa a disposizione del tecnico toscano. Dopo anni di acquisti costosi il fair play finanziario ha comportato un deciso ribasso delle spese e i partenti non sono stati quindi sostituiti da giocatori di pari valore. Le affermazioni di Adriano Galliani “con l’acquisto di De Jong il Milan è da scudetto” sono sembrate decisamente azzardate e con lo scopo di gettare fumo negli occhi dei tifosi, nascondendo in questo modo il netto ridimensionamento delle ambizioni rossonere. Lascia poi anche perplessi nei vertici milanisti la mancanza di decisione nel prendere i provvedimenti necessari a risollevare la squadra dal baratro in cui è finita. Se si considera il tecnico Allegri il principale responsabile della brutta situazione, sarebbe il caso di cercare delle alternative e non di confermarlo solamente per mancanza delle stesse. In caso contrario si garantisca concretamente appoggio all’allenatore, che a parole viene difeso, ma in pratica non sembra più godere della fiducia dei suoi dirigenti. La mancanza di una linea societaria netta e precisa ha come conseguenza un aumento della confusione nell’ambiente milanista, dove in alcuni casi sembra addirittura regnare la sfiducia e la rassegnazione.
Come spesso accade quindi una crisi profonda come quella che sta attraversando il Milan ha molti padri e non è da attribuire solamente ad una specifica componente. Se non si sceglie di cambiare, l’unico sistema per uscire dal momento difficile è quello di compattare tutto l’ambiente e di remare tutti quanti nella stessa direzione, dando il massimo delle proprie possibilità nell’interesse comune. L’ambiente rossonero è abituato da anni a primeggiare a livello italiano ed europeo, ed ha senza dubbio al suo interno le risorse per lasciarsi alle spalle le grandi difficoltà vissute in questo periodo.
a cura di Mauro Leone

1 Comments