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Krasic: Da uomo copertina a pacco da recapitare, la metamorfosi di un giocatore da ritrovare!

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Presentato in pompa magna, come tradizione vuole, via i veli al nuovo gioiello di Madama. Jet privato per conoscere la nuova dimensione, il tutto appena due estati fa quando Del Neri gli affidò le chiavi della corsia di destra. E’ lui l’uomo copertina del nuovo corso, la gemma del mercato estivo, il biglietto da visita del duo Agnelli-Marotta.  Crazy for Krasic, una furia, un cavallo devastante almeno nella prima parte di stagione, mandando letteralmente in visibilio una frangia del tifo. Poi una progressiva parabola discendente, la crisi d’identità della squadra coincide di fatto con la scomparsa del serbo.  Comincia il coma da prestazione, i risultati poco incoraggianti della truppa contribuiscono a rendere anonimo il suo finale di stagione.

Arriva Conte con una sostanziale innovazione tattica, via con il 4-2-4, esterni ad agire a ridosso delle punte. Krasic sarà il nuovo punto fermo, cosi i giornali in piena estate, quando a fare le formazioni erano solo loro, senza indicazione alcuna. Conte lo lascia da subito in panchina, unico lampo in quel di Catania, poi nessuna traccia. Il cambio di modulo è la fine, si passa al 4-3-3 con esterni dediti al sacrificio, bravi anche a correre all’indietro idonei a conciliare le due fasi.

Stravolto dai dettami tattici di matrice “contiana”, come smarrito nel nulla, non riesce più a trovare spazio tra gli eletti, parcheggiato nello sgabuzzino di Vinovo facendo la spola tra panchina e tribuna. Il serbo diventa realmente uno spettatore non pagante lautamente retribuito dalla casa madre. La Juve a gennaio prova a piazzarlo, ma le offerte pervenute sono solo prestiti, con Lazio, Zenit e Tottenham in prima fila. A microfoni accesi manifesterà tutto il suo pentimento per non aver accettato un’altra sfida a partire da mercato invernale. Borozan, il suo agente ha già messo la parola fine: “tra Milos e la Juve l’idillio è finito, o forse non è mai iniziato, a giugno ci sarà una nuova squadra nel suo destino”.

Sprazzi di luce in una stagione dannata, nuova furia, in virtù di una semplice somiglianza estetica con il biondo di Ostrava, che ha scritto la storia a due piedi senza difficoltà alcuna. Poi finito nel dimenticatoio e ricordato come una meteora da piazzare celermente a modi pacco. A giugno ci sarà il divorzio, in cima alla lista rimane la Premier con il Tottenham in prima fila, per cancellare due stagioni maledette all’ombra della Mole.

La redazione del magazine che ha fatto la storia del giornalismo sportivo online moderno

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