Storie di sport
Tutti matti per Matias Soulè

Quando il talento smette di essere una possibilità e diventa certezza, allora il salto è compiuto. Quando le promesse smettono di essere solo tali e diventano fatti, quando le speranze diventano realtà. Per Matías Soulé quel momento è arrivato adesso, in una Roma che sta imparando a riconoscersi nei suoi piedi, nei suoi strappi, nella sua leggerezza feroce. In una Roma che in attacco stenta e allora si affida al suo giocatore con maggiore estro (Dybala permettendo).
Quando due estati fa la società giallorossa lo ha portato via dalla Juventus per 30 milioni di euro, in molti avevano storto il naso. Troppo giovane, troppo fragile, troppo tutto. Ma Soulé ha risposto a modo suo: con il lavoro, con la fame, con la calma di chi sa di avere qualcosa che non si insegna. Oggi è il centro del progetto di Gian Piero Gasperini, l’uomo a cui l’allenatore si affida senza esitazioni. Sempre titolare in questo avvio di stagione – 8 partite su 8 dal primo minuto, insieme a Ndicka unico sempre presente – Soulé ha già messo insieme 3 gol e 2 assist, partecipando al 71% delle reti della Roma in campionato. Numeri che raccontano la sostanza di un calciatore che, rispetto all’anno scorso, è stato spostato qualche metro più avanti, più vicino alla porta. La risposta è stata immediata.
La sua crescita è nei dettagli. In estate ha rinunciato a parte delle vacanze per presentarsi tirato a lucido al ritiro. Tra giugno e luglio ha alternato allenamenti su sabbia, piscina e palestra, seguito da un preparatore personale. Lavoro silenzioso, continuo. Quello che oggi si traduce in una presenza diversa: più corpo, più decisione, più fiducia.
C’è un dato che spiega bene la sua evoluzione: dal 2023 Soulé è il giocatore con più gol da fuori area in Serie A (6). E nei top cinque campionati europei, tra gli under 22, solo Lamine Yamal ha fatto meglio. Segno di una maturità tecnica che non è più intuizione, ma scelta.
La scintilla, forse, è nata nel derby dello scorso aprile. Da lì in poi Soulé non si è più fermato: 7 gol e 7 assist nel 2025, una partecipazione diretta a una rete ogni 123 minuti. Numeri da leader vero, non da promessa. A Roma lo amano perché è istintivo e umano. Non alza la voce, non cerca riflettori, ma quando la palla gli arriva tra i piedi sembra che il tempo rallenti. Forse è questo che serve alla Roma: qualcuno capace di fermare il caos, di dare forma all’idea. E al futuro. Un futuro che, ormai, ha un nome e una cadenza argentina: Matías Soulé. E la Roma, finalmente, ha trovato il suo nuovo punto fermo.














