La Caduta degli Dei
Fredy Guarin, dai gol al carcere
“Ho bussato alla porta dell’inferno”. Bastano queste parole per capire la parabola di Fredy Guarín, ex calciatore colombiano, con un passato anche in Serie A, tra le fila dell’Inter. Una parabola triste, una caduta che purtroppo, come abbiamo visto in questa rubrica ha coinvolto diversi calciatori.
Ripercorriamo allora i nastri dei ricordi per rispondere alla domanda: che fine ha fatto Fredy Guarin?
Tra risse e droga
Per farlo partiamo dalla fine, dai momenti difficili vissuti a livello personale ma soprattutto legale. È il 2021, Guarin è in Colombia, in famiglia. Succede qualcosa, scoppia una rissa, i vicini chiamano la polizia. Le forze dell’ordine intervengono dopo una chiamata in cui si segnalavano schiamazzi e violenza e trovano l’ex calciatore in evidente stato di alterazione e coinvolto in una rissa con alcuni familiari.
Le immagini mostrano Guarín insanguinato e trattenuto dalla polizia e, ovviamente, fanno il giro del mondo, suscitando scalpore. “Sto affrontando una battaglia interiore e chiedo scusa a chi ho ferito – spiega il calciatore, con riferimento al poliziotto colpito durante l’arresto – Mi prendo la responsabilità di quanto accaduto e sto lavorando per migliorare me stesso ogni giorno“. Una voglia di riscatto per cui Guarin combatte tutti i giorni.
La carriera di Fredy Guarin
Classe 1986, Guarin inizia il suo percorso professionistico nel 2002 con l’Envigado in Colombia, per poi passare al Boca Juniors in Argentina, dove inizia a farsi notare con più forza. Dopo l’anno in Argentina, infatti, la sua carriera prende il volo verso l’Europa, prima con il Saint-Étienne in Francia, e successivamente con il Porto, dove vince numerosi trofei, tra cui tre campionati portoghesi e l’Europa League nel 2011. In Portogallo, alla fine, totalizzerà 63 presenze e 11 gol in campionato. Numeri che gli valgono la chiamata dell’Inter, nel 2012 e qui diventa uno dei pilastri del centrocampo nerazzurro, mettendo a segno 15 gol in 108 presenze in Serie A.
Poi la lenta parabola discendente: in Cina con lo Shanghai Shenhua, in Brasile con il Vasco da Gama e infine di nuovo in patria, con i Millonarios. Una carriera comunque di livello, qua e là per il mondo, a segnare, a incantare, a stupire per forza fisica e tecnica. Una forza fragile, una patina che nascondeva e nasconde problemi, paure, ansie. Le stesse di tanti altri calciatori. Le stesse di tante altre persone. Le stesse che si possono sconfiggere.