La Caduta degli Dei
Quella testa calda di Adel Taarabt

“Spero di giocare in una delle quattro grandi spagnole l’anno prossimo: Real Madrid, Barcellona, Valencia, Siviglia. Ho dei contatti con buone squadre e so che mi stanno cercando. Ora devo solo sperare che riescano a raggiungere un accordo con il Tottenham”. A parlare così è Adel Taarabt, nell’estate del 2009. Da due anni e mezzo gioca al Tottenham, dove ha collezionato 15 presenze in tutto e neanche una rete.
Il trasferimento si concretizza solo a gennaio, ma la destinazione è leggermente diversa: Queens Park Rangers, in Championship. Dove però il suo talento esplode: oltre 150 partite, 34 gol. Gli occhi di mezza Europa su di lui. Talento cristallino, dribbling da far impazzire. Ma anche un carattere difficile, anzi una testa calda, per stessa ammissione di chi l’ha allenato.

Taarabt. Fonte foto: RadioGoal24
La carriera di Taarabt
Ma riavvolgiamo il nastro dei ricordi e partiamo dall’inizio. Taarabt nasce a Fes, in Marocco, nel maggio del 1989, ma cresce in Francia. È qui che la famiglia si sposta quando il bambino ha solo 9 mesi. Crescere in Francia, venire dal nord Africa e amare il calcio vuol dire avere un idolo: Zinedine Zidane. “È il mio Maradona. Lo imitavo sui campetti del mio quartiere, meno malfamato del suo, dove però c’erano comunque traffici, risse, roba che ti fa crescere in fretta. In casa però si rigava dritto e il calcio mi ha evitato guai. Di quel periodo mi resta la voglia di essere il migliore, e poi le finte, i dribbling e i tunnel che impari solo per strada”.
La voglia di essere il migliore, dice Taarabt. Ma soprattutto di giocare per i migliori. Così quando dopo la parentesi londinese al Fulham arriva la chiamata del Milan, il talento marocchino risponde così: “Il Milan oggi attraversa un periodo meno glorioso e non fa più parte dei top club nel mondo. Però sfondare in rossonero mi aprirebbe le porte di grandissime squadre come il Real Madrid o il Barcellona. E se pure il mio amico Boateng, che con me al Tottenham era un numero 6 e andava spesso in tribuna, gioca da 10, penso di avere qualche chance anch’io”.

Adel Taarabt. Fonte foto: Transfermarkt
La depressione e la rinascita
A Zidane lo paragonava anche il suo allenatore ai tempi del QPR, Harry Redknapp. Che però spiegò così la sua cessione: “L’ho venduto perché volevo liberarmi delle teste calde, dei casinisti”. E in fondo di qualcosa si accorgono anche a Milano, dove l’esperienza dura solo sei mesi, 16 partite e 4 gol. Il riscatto sfuma e Taarabt perde la bussola. “Ci ho messo 18 mesi a recuperare. Volevo mollare tutto. Immagina di indossare la maglia del Milan, giocare a San Siro, far sognare i tifosi e poi via, tutto finito. Quando sono tornato al Qpr, un club che amo e rispetto, ero svuotato. Nella mia testa era impossibile giocare lì”.
Passa al Benfica, ma praticamente non gioca mai. La rinascita passa per Genoa, 29 presenze e 2 gol, poi di nuovo in Portogallo, dove ritrova smalto, voglia, felicità. Oggi Taarabt gioca in Arabia, all’Al Nasr. In due anni ha messo a segno 23 gol in 58 partite. Non sarà il migliore dei campionati, ma per adesso può bastare.












