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Pedro, il più forte del mondo che non è il più forte del mondo

Se ti chiami Pedro Rodriguez Ledesma, per gli amici semplicemente Pedro o Pedrito, hai imparato presto a fare i conti con una realtà ineluttabile: non sei il più forte del mondo, ma hai appena aggiunto una coppa che fa di te l’uomo con la carriera più forte del mondo. Ti scusi anche, se questo può sembrare troppo poco, negli anni che hai condiviso con Leo Messi e Cristiano Ronaldo. Sei anche abituato a passare in secondo piano, dopotutto, però hai imparato la logica della necessità. E sai che prima o poi, quando la ruota gira, eccome se gira, sarà ancora il tuo turno. Di nuovo. E così sempre.
Pedro Rodriguez ha combattuto contro tanti pregiudizi, ma noi siamo sicuri che, ieri sera, dopo aver alzato l’Europa League, si sia sentito tremendamente completo. Con una carriera da più forte del mondo, consapevole di non essere il più forte del mondo. A 31 anni. Con almeno un altro triennio davanti, Pedro Rodriguez è il nostro consigliato della settimana.
La necessità di Pedro
Nella finale stravinta dal Chelsea a Baku Sarri ha deciso di non rinunciare al funambolico spagnolo, avendone tutte le ragioni: l’Arsenal è caduta repentinamente e Pedro ci ha messo lo zampino a modo suo. Un gol, perché di colpi ne ha eccome, ed un rigore procurato per il sinistro di Eden Hazard, all’ultima col Chelsea e bisognoso di congedarsi dai tifosi Blues in grande stile. La necessità di avere un giocatore così, talvolta, può fare la differenza. Pedro ha imparato presto a far di necessità virtù, perché sapeva e sa di non essere il più forte di tutti, ma ha voluto e vuole ancora ritagliarsi il suo posto. E finalmente, dopo il trionfo di Baku, non è lo sparring-partner né la comparsa né l’assistente di qualcuno. Ha vinto lui la partita, l’ha determinata, l’ha indirizzata. Come Hazard, più di Hazard, in un curriculum che, del resto, parla da solo.
Cinque Liga vinte, tre Coppe del Re, quattro Supercoppe di Spagna, una Premier League, una Coppa d’Inghilterra, tre Champions League, una Europa League, tre Supercoppe Uefa, due Mondiali per club, un Mondiale, un Europeo. Chiamatelo fenomeno.
L’uomo delle finali (che ha vinto più di Messi e Ronaldo)
Dato il palmares, Pedro di finali ne ha giocate (e vinte). Ma in che modo? A modo suo, da protagonista. Ha segnato ieri, dicevamo. Poi in finale di Champions (nel 2011 in Barça-United), al Mondiale per Club (nel 2009 in Barça-Estudiantes), in Supercoppa Europea (nel 2009 in Barça-Shakhtar). Gli mancherebbe giusto un gol in finale di Mondiale e un altro in finale di Europeo. Ma siamo sicuri che Pedro sia abbastanza soddisfatto di sé.
Probabilmente a nessuno verrebbe in mente, a torto diciamo noi, di costruire una squadra tutta attorno al funambolo originario di Tenerife. Però, se volete vincere, e Maurizio Sarri ieri, evidentemente, voleva vincere, non ci sono dubbi: Pedro Rodriguez Ledesma, il più forte tra i più forti, fa al caso vostro. Consigliato, sempre.
