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Faccia a Faccia

Kean contro Cutrone

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kean e cutrone, speranza azzurra

Moise Kean e Patrick Cutrone, i due baby campioni della Juventus e del Milan che fanno ben sperare per il futuro della Nazionale.

Kean, il potente

Moise Kean, Vercelli 28 Febbraio 2000. Da una settimana diciannovenne, calcisticamente un gran dissimulatore. Calciatore molto semplice, cerca sempre la giocata meno complicata: se gli arriva il pallone spalle alla porta la scarica, se ha campo spinge sulle gambe e impone la sa potenza fisica. È, appunto, un dissimulatore: calcisticamente non compie reati di gioventù, sembra avere un decennio di esperienza. Senza considerare, tra l’altro, che segna un goal ogni 34 minuti.

È facile cadere in atteggiamenti sbagliati o poco professionali quando si hanno soli 19 anni, ma non è il suo caso. Mai una lamentela per aver giocato poco, mai una foto o un video in un locale notturno e mai una volta che quando viene inquadrato non abbia il sorriso. Il primo paragone che gli viene fatto è quello con Balotelli: sono entrambi forti fisicamente e hanno un’ottima tecnica, ma SuperMario ha sprecato il suo talento con atteggiamenti del tutto sbagliati.

Se vogliamo necessariamente trovare un paragone Nazionale, la sua forza fisica e le sue attitudini ricordano quelle di Bobo Vieri.

Cutrone, il rapace

Patrick Cutrone, Como 3 Gennaio 1998. Da due mesi ventunenne, con 80 presenze in maglia rossonera. Anche lui è un calciatore molto semplice, un ragazzo esemplare che abbiamo iniziato ad apprezzare per la sua spensieratezza e la sua verve. Non è un fenomeno quando si tratta di proteggere la palla, infatti cerca sempre di scaricare sugli esterni per far salire la squadra. Due tecniche diverse, quelle di Kean e Cutrone, ma entrambe efficaci. È unico nel suo genere quando si tratta di concludere l’azione: vive per il goal, ha un fiuto incedibile che gli permette di trovare la porta senza indugi. Quando il pallone si trova in area di rigore, cerca sempre di farlo transitare oltre la rete e ben 27 volte ci è riuscito.

Ogni paragone porta ad un solo nome: quello di Pippo Inzaghi.

La panchina bollente

Per entrambi, questa è una stagione non felicissima. Kean ha davanti a sé una serie di fenomeni che non gli permettono di scendere in campo con continuità, mentre Cutrone è il comprimario di Piatek (Higuain fino a Gennaio). Il calcio negli ultimi anni è cambiato, ai tempi di Vieri ed Inzaghi dopo il percorso nella Primavera si iniziava a girovagare per lo stivale tra Serie A e Serie B in cerca dell’esperienza giusta e dei goal utili per vestire una maglia importante da titolare. Al giorno d’oggi, invece, si deve soffrire sperando che al 70esimo o più tardi la squadra non stia già vincendo così da poter essere utili nei minuti finali. Cutrone, infatti, ha costruito una carriera su questi spezzoni, finora. Per Kean il tutto è più complesso, quando non gioca Ronaldo ci sono Mandzukic e compagnia che scalpitano.

Chissà cosa riserverà il futuro a Kean e Cutrone, chissà se diventeranno i nuovi Vieri ed Inzaghi per la nostra Nazionale.

La speranza e i presupposti ci sono.

Speaker radiofonico, radiocronista di Serie A/Champions League, studio Sport and Football Management e alleno in una scuola calcio: vivo per questo sport.

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