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Da anello debole a muro: l’incredibile ascesa di Bastos

Bastos, Luiz Felipe o Wallace? È stata questa la principale domanda che ha assillato e turbato le notti dell’allenatore della Lazio Simone Inzaghi. Il tecnico dei biancocelesti per tantissimi mesi ha infatti avuto il dubbio su chi schierare accanto a Radu e Acerbi, pilastri inamovibili del reparto arretrato. I tre si sono alternati, con tanti alti e bassi. Fino a che, nelle ultime settimane, ma soprattutto contro Milan e Roma, sono arrivate delle risposte importanti da Bastos. L’angolano ha messo in mostra concentrazione, fisicità, rapidità e attenzione. Una crescita improvvisa ed esponenziale, che potrebbe trasformarlo in un titolare.
Gli inizi e l’avventura in Russia
Bartolomeu Jacinto Quissanga, meglio noto come Bastos, nasce a Luanda, capitale dell’Angola, il 27 marzo del 1991. Muove i primi passi nel suo Paese natio, giocando, tra il 2011 e il 2013, nel Petro Atletico, con cui vince una Coppa e una Supercoppa d’Angola. Pian piano inizia a mettere in mostra le sue qualità, realizzando sei reti in 105 partite. Su di lui iniziano ad accendersi i riflettori di alcuni club europei. Ed ecco che, l’11 luglio del 2013, viene acquistato dai russi del Rostov. Bastos riesce a ritagliarsi il suo spazio ed è anche protagonista nella vittoria in Coppa di Russia, datata 8 maggio 2014. La sua prima stagione si chiude con ben 21 presenze. L’anno successivo arriva la prima volta in Europa League, in occasione del play off perso contro i turchi del Trabznospor. L’angolano però continua a giocare e a mettersi in mostra, realizzando la sua prima rete. La consacrazione arriva alla sua terza stagione in terra russa, quando viene eletto miglior difensore del campionato, segnando anche tre gol. Ed è anche grazie a lui che il Rostov arriva secondo e centra una storica qualificazione in Champions League. Il 3 agosto 2016 arriva il suo debutto nella massima competizione europea. Le sue qualità però non passano inosservate.
Tra alti e bassi
A mettere gli occhi su di lui è infatti la Lazio e il direttore sportivo Igli Tare. I biancocelesti sborsano 6,5 milioni di euro per acquistarlo. In molti storcono il naso, ma, il giorno del suo debutto all’OIlimpico contro la Juventus, Bastos zittisce tutti, offrendo una prestazione praticamente perfetta. L’angolano annulla un certo Gonzalo Higuain. A mancargli nella sua prima stagione capitolina è però la continuità. Il classe 1991 è comunque grande protagonista nei due derby di Coppa Italia, che valgono la finale e dimostra fisicità, rapidità e una grande abilità nella marcatura a uomo. Il secondo anno deve essere quello della definitiva conferma e la vittoria in Supercoppa può dare quello slancio che serve. Il difensore vive però di alti e bassi, mettendo in mostra soprattutto lacune di concentrazione. Eppure si rivela un fattore determinante in fase offensiva, realizzando cinque gol in 28 presenze.
Il Bastos che non ti aspetti
Il resto è storia di questo campionato. Inzaghi gli concede poco spazio, preferendogli Wallace e Luiz Felipe. Lui sembra risentirne, ma il fato vuole concedergli una chance importante. Quella chance si chiama Juventus. Quella chance si chiama Cristiano Ronaldo. Contro il fenomeno portoghese l’angolano offre una prestazione superba, limitandolo e pressandolo a tutto campo. Una rondine non fa primavera, diranno i più scettici e dubbiosi. Ma ecco che, nella semifinale di Coppa Italia contro e il Milan e nel derby di ritorno contro la Roma, Bastos si prende prepotentemente la scena, mostrando per di più quella concentrazione che gli era sembra mancata. Ora serve la continuità. Nel caso in cui dovesse arrivare Inzaghi avrebbe finalmente trovato il suo terzo pilastro difensivo. Inzaghi avrebbe finalmente trovato il suo muro.
