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Se riparte la locomotiva di Rick Karsdorp
Pubblicato
3 anni fa|
Editor
Lamberto Rinaldi
La rete ferroviaria olandese è una linea di 2.812 chilometri e oltre 30.000 dipendenti. È nuova, veloce e funzionante. Niente a che vedere con la rete italiana. Niente a che vedere con quella di Roma, tra ritardi, scioperi e disservizi. E se in Olanda ti chiamano stroomtrein, “la locomotiva”, qui da noi va a finire che invece di macinare i chilometri, ti ritrovi fermo in stazione.
L’ultima fermata, dopo una tratta intera, è stata la partita contro la Virtus Entella in Coppa Italia, lunedì sera. 90 minuti, una cosa mai vista prima in giallorosso: titolare fino al triplice fischio dell’arbitro. Dall’inizio, Karsdorp, aveva iniziato quest’anno la partita col Milan e, l’anno scorso, quella col Crotone, ma era stato sostituito in entrambe. Alla fine sono 291 minuti complessivi giocati con la maglia della Roma, appena 5 presenze. Proprio contro i calabresi arriva la maledizione del terzino romanista: la rottura del legamento crociato anteriore, sul ginocchio sinistro. Un calvario infinito, operazioni e fisioterapia, poi il campo con il contagocce, la paura di forzare, il timore di entrare in contatto con l’avversario, la voglia di tornare a casa. La locomotiva sembrava arrivata al capolinea.
Quante volte avrà pensato di prendere il primo volo per l’Olanda e ricominciare da capo. Magari non proprio da zero, magari dal Feyenoord, da dove la Roma lo ha prelevato per 14 milioni di euro più 5 di bonus.
Gli inizi, la scuola, le punizioni di Rick Karsdorp
In biancorosso Karsdorp c’era arrivato all’età di sei anni. Prima giocava al VV Schoonhoven, la squadra della sua città, 11 mila abitanti nell’Olanda Meridionale, dove faceva il trequartista, sulle spalle la numero 10. Ma quello era un periodo di cambiamento per il bambino biondo. I genitori si stavano separando, papà Fred prima si sposta a Bergambacht e poi a Rotterdam, dove inizia a giocare nelle giovanili del Feyenoord. “Non sono uno che legge libri – racconta Rick – o a cui piace studiare. Dissi a mio padre che sarei diventato un calciatore o niente”. Tutto il giorno a pensare al pallone, a scuola i voti sono bassissimi. Allora Karsdorp senior prende una decisione importante: per po’ niente calcio, niente allenamenti, niente partite. “Fu una buona mossa da parte del padre – racconta Bert Potuyt, allenatore del Schoonhoven – In quel momento, con i genitori che si stavano separando, Rick si sentiva su un piedistallo. Era al centro delle attenzioni, tutti lo volevano, tutti gli facevano fare tutto. Il padre lo rimise a terra.”
La benedizione di due difensori
Deve passare un anno prima di rivedere l’olandese in campo. A scuola gli basta la sufficienza, soprattutto al Liceo Thorbecke. Ma in campo no, non ci si può accontentare. Quando ha 19 anni arriva a Rotterdam Fred Rutten, storico difensore del Twente che prende e lo mette terzino destro. Glielo aveva suggerito un altro esterno di difesa, Giovanni van Bronckhorst, un passato tra Barcellona, Arsenal e Rangers, che aveva allenato Karsdorp nelle giovanili. Con lui non salterà una panchina arrivando a disputare 76 matches in due anni.
È con lui che Rick diventa de stroomtrein. Un coacervo di muscoli e velocità, un fisico compatto ed esplosivo, un pendolo sulle corsie laterali. Chi lo puntava doveva lasciar perdere, chi provava a superarlo in velocità ne usciva con le ossa rotte. Sembrava il terzino del futuro. Originale e unico perché aveva iniziato da poco a fare quel mestiere, perciò cercava un modo alternativo, nuovo, vicino alle sue corde di trequartista e centrocampista offensivo. Impetuoso e dinamico, quando serve anche pratico, essenziale, lucido, ragioniere. Un mix di componenti potenzialmente letali.
La Locomotiva pronta a ripartire
Se n’è accorto così Ramon Monchi, che nell’estate del 2017 riuscì a battere in rush finale l’Inter del rivale Sabatini. Aveva visto caratteristiche nuove, profetiche, futuristiche. Le stesse viste di nuovo, per la prima volta, contro la Virtus Entella. Il più facile degli avversari nella più facile delle partite. Ma è comunque un successo.
Perché Rick Karsdorp non disputava una partita completa dal 19 marzo 2017, da Feyenoord – Heerenveen, campionato olandese. Da quel momento sono passati 666 giorni. Più di un anno. E se prima erano stati il padre e la scuola a tenerlo lontano dal campo, ora è stato un ginocchio spezzato. Un infortunio che appartiene al passato. Ora il presente parla di nuovo giallorosso. Monchi vuole aspettarlo, Di Francesco ha visto miglioramenti notevoli, i tifosi sperano di aver ancora tra le mani il terzino del futuro. L’Olanda, insomma, può attendere. La Locomotiva può ripartire davvero.
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