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Henrique Dalbert, l’ex fruttivendolo sbocciato in Europa

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Il terzino brasiliano Henrique Dalbert

Un mancino per rientrare nelle grazie dei tifosi dell’Inter e provare a costruirsi una chance. Nel pirotecnico 6-2 con cui i nerazzurri hanno eliminato il Benevento dalla Coppa Italia in un San Siro deserto, il gol che resterà nella memoria dei telespettatori è senza dubbio il sinistro di Henrique Dalbert sotto la traversa con cui è stato siglato il momentaneo 3-0, sul finire del primo tempo. Una rondine non fa primavera e una rete spettacolare, a maggior ragione in un contesto del genere, non riabilita completamente un terzino, ma se un dettaglio può cambiare una stagione figuriamoci una realizzazione di pregevole fattura.

Il fruttivendolo che non sfondava nelle giovanili

L’inizio della carriera di Henrique Dalbert, originario di Barra Mansa, non è dei più semplici. La sua famiglia non è particolarmente ricca e in uno stato come San Paolo, in Brasile, se vuoi giocare a calcio devi trovare un modo per mantenerti. Mentre a sedici anni prova a farsi strada nelle giovanili della squadra del suo paese, il terzino è quindi costretto a svolgere lavori umili, a volte fisicamente provanti: prima trasporta sacchi di patate, poi trova impiego in un negozio di frutta e verdura. «Dormivo quattro ore a notte» ricorda oggi il giocatore «ma in Brasile è così, o combatti o muori». E lui combatte, fino a ricevere la chiamata di squadre blasonate.

Il suo feeling con le giovanili delle squadre brasiliane tuttavia non sboccia mai. A 19 anni finisce in prestito nella Primavera del Fluminense, l’anno dopo trova la fiducia del Flamengo, ma in nessuna delle due occasioni riesce a mettere in mostra il proprio talento. Tanto che nessuno dei due team gli concede minutaggio in prima squadra. Il ragazzo ha fretta di mettersi in mostra e tenta il grande salto in Europa, nella sponda più congeniale a un giovane brasiliano: il Portogallo.

La crescita portoghese e l’esplosione al Nizza

A notare le sue qualità è l’Académico Viseu, squadra della seconda divisione portoghese. L’adattamento alla realtà europea non è semplice, e nella prima stagione colleziona soltanto quattro presenze in campionato, quasi tutte da subentrato. È il secondo anno a portargli le prime soddisfazioni, prendendosi il posto da titolare fisso e siglando la sua prima rete in una competizione ufficiale. Il suo prorompente talento offensivo viene notato dal Vitória Guimarães, che lo ingaggia nell’estate 2015. Anche in questo caso l’adattamento non è semplicissimo, con una decina scarsa di presenze nella formazione B prima di passare nella squadra principale, dove diventa titolare inamovibile. Bastano pochi mesi per farlo finire sul taccuino degli osservatori del Nizza, che lo portano in Ligue 1.

Dalbert arriva in Francia in punta di piedi, sostanzialmente da sconosciuto. Ma in poco tempo lui e Mario Balotelli sono protagonisti della grande cavalcata dei provenzali, che arrivano a conquistare il terzo posto in campionato, valido per la fase eliminatoria della UEFA Champions League. Le cavalcate sulla fascia del brasiliano, unite a precisi cross e dribbling secchi, lo rendono uno dei giocatori più cercati nel panorama continentale. Alcuni si spingono ad accostarlo a Roberto Carlos«Era il mio idolo ed è un giocatore che ho ancora nel cuore. Voglio provare a emulare le sue gesta» dichiara nell’estate del 2017. La stessa in cui l’Inter lo acquista per 20 milioni di euro più bonus.

Il flop nerazzurro e la (possibile) cura Spalletti

Nonostante le grandi aspettative nutrite dal club nerazzurro, l’esperienza di Dalbert a Milano finora non è stata particolarmente positiva. Nella prima stagione il terzino ha collezionato soltanto quattordici presenze, condividendo il posto da titolare sulla fascia sinistra con Davide Santon, Yuto Nagatomo e Danilo D’Ambrosio. Tutti giocatori che, almeno sulla carta, non avrebbero dovuto impensierirlo nelle gerarchie di Luciano Spalletti. Quest’anno l’arrivo di Kwadwo Asamoah gli ha tolto ulteriormente spazio, almeno fino a questo momento.

Che il gol contro il Benevento sia la svolta della carriera di Henrique Dalbert non è una certezza, ma una speranza per i tifosi interisti. Più di una volta il terzino ha dimostrato di sapersi ritagliare un posto importante in una rosa, pur partendo molto indietro nelle gerarchie. Il tecnico nerazzurro gli sta concedendo fiducia a sprazzi, consapevole di poterlo recuperare psicologicamente (più che fisicamente) per la seconda metà della stagione, in cui sarà importante avere diverse alternative a disposizione per gestire il triplice impegno in Serie A, Coppa Italia ed Europa League. Una rete spettacolare forse non è abbastanza, ma come prima realizzazione può essere un punto di partenza. L’ennesima, per un ragazzo abituato a dormire quattro ore a notte per guadagnarsi il suo posto sul campo da calcio.

Sono Davide Terraneo, studente di 19 anni diplomato al liceo classico. Ho praticato tennis, calcio e atletica e sono un appassionato di ciclismo. Da maggio 2014 sono un arbitro FIGC. Scrivo per passione e per raccontare le emozioni e i valori che lo sport trasmette a chi lo pratica e a chi lo segue.

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