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Champions League

Il Napoli delle idee

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La notte di Champions, a Napoli, è stata accolta e vissuta come sempre dalle parti del San Paolo: emozioni fin dalle prime ore della lunga vigilia che ha accompagnato Ancelotti e i calciatori azzurri alla sfida contro il PSG; il grido dagli spalti dell’impianto di Fuorigrotta; la festa, uno spot vero e proprio per lo sport, è il caso di dire, come il calcio, che di scene di fratellanza e amicizia dovrebbe essere sempre più pieno; gli applausi, infine, quelli che ha meritato ancora una volta il Napoli formato Ancelotti, che ormai non stupisce nemmeno più e che in poco tempo ha accantonato lacune e incertezze, pure prevedibili quando si cambia una guida tecnica vincente sotto il profilo del gioco come quella di Sarri.

Chi si aspettava una debacle, è stato deluso. Chi una vittoria ugualmente, ma con tante attenuanti: il pareggio, conquistato con la rabbia e la grinta che gli azzurri ormai declinano nel loro modo di scendere in campo, vale un punto sul campo e tre fuori. E proietta, smentendo i pronostici della vigilia, Insigne e compagni in direzione ottavi di finale. Mentre, con giusti rammarichi, Neymar e compagnia rischiano di uscire dai giochi con le ossa rotte. Il miracolo, che la cabala partenopea associa a San Gennaro, servirà ai parigini, prossimamente impegnati contro il Liverpool. Gli azzurri, per chiudere in bellezza un percorso ripido fin dai sorteggi, affronteranno tra le mura amiche la pur sorprendente Stella Rossa di Belgrado, Liverpool-cida ieri sera ma che in trasferta ha finora dimostrato tutti i suoi limiti. Se non è costruire mentalità vincente questa, francamente non sappiamo cosa dire. Dal San Paolo esce ridimensionato un PSG bastonato anche dalla stampa locale, mentre il Napoli vola. E a buona ragione, con tutti gli onori e gli oneri del caso. Non è vero che i soldi vincono sempre, e questo è uno di quei casi in cui prevalgono le idee. E quelle sì che non si possono comprare.

Al San Paolo qualcuno si era spaventato: il PSG è stata tutt’altra squadra rispetto all’andata e l’ha dimostrato in un primo tempo a lunghi tratti dominato. Il Napoli, per niente intimorito, va detto, ha atteso gli avversari cercando di ribattere colpo su colpo. E ci è riuscito, seppur il gol di Bernat poteva trasformarsi in una clamorosa scivolata mentale per gli integerrimi ragazzi di Ancelotti. A tempo scaduto, certe docce, sono più fredde di altre. Nella ripresa, per quindici minuti abbondanti, non c’è stata partita: il Napoli, quello delle idee, chiamiamolo così, ha inghiottito gli avversari, salvati vuoi dalla fortuna vuoi dalla provvidenza, vuoi dalla capacità del vecchio, ma sempre giovane Gigi Buffon. Fino al rigore di Insigne: Iceman d’eccezione in un momento cruciale, leader dal penalty. Per la gioia dei tifosi, e di Ancelotti. E di Napoli, squadra e città. Si è compiuta un’impresa: alla luce del doppio confronto gli azzurri escono addirittura amareggiati, perché i punti tra Parigi e ieri potevano essere sei, invece son due. Quelli nel cervello, però, sono i più pesanti ed importanti. Si vive, in fondo, per notti così. Per notti da Champions. Che il Napoli continua a dimostrare di meritare tutta.

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