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Inter, il fattore C non basta per vincere i “tituli”. Però…
“Quest’anno l’Inter può vincere lo scudetto”. Il tecnico nerazzurro Roberto Mancini ha pronunciato queste parole fino allo sfinimento negli ultimi due mesi, e ha continuato a farlo anche quando la sua squadra perdeva un’amichevole dietro l’altra. Di solito, statistiche alla mano (in particolar modo se si parla di Beneamata), simili dichiarazioni sono la premessa di figuracce a non finire, e capita spesso che i “campioni” d’estate si ritrovino bidoni a primavera. Questa è la regola. Come tutti sanno, però, esistono pure le eccezioni, e la stagione appena iniziata potrebbe essere una di queste.
“SEGNI” PREMONITORI – Fateci caso: quest’estate l’Inter ha perso due derby contro il Milan quando il risultato contava poco o niente (0-1 nell’amichevole del 25 luglio a Shenzhen, 1-2 il 12 agosto nel Trofeo Tim), ma poi ha vinto con merito alla prima occasione utile. Sta a vedere, si chiedono ora molti tifosi nerazzurri col cuore gonfio di speranza, che quando la promessa (“Vinceremo il titolo”…) sembra ancora più campata in aria del solito (6 sconfitte su 10 partite estive disputate e una squadra tutt’altro che collaudata) è proprio la buona volta che l’Inter la mantiene? E che finisce osannata, e non spernacchiata?
BUONA SORTE E DNA – E poi c’è la fortuna. In un torneo che si preannuncia più equilibrato dei precedenti, la Dea Bendata può essere decisiva, e almeno per ora sembra aver deciso da che parte stare. Il suo “tocco”, infatti, si è visto nettamente in tutti e 3 i match finora disputati dai Mancio Boys, dalla magia di Jovetic contro l’Atalanta al minuto 93 al palo colpito da Balotelli ieri sera: se continua così, e mette una pezza alle lacune del gioco almeno finché ce ne sarà bisogno (2/3 mesi nella migliore delle ipotesi), per gli avversari si fa dura. Sì, perché sotto un certo punto di vista la squadra più internazionale del calcio tricolore è anche la più “italiana”: dà il meglio di sè quando meno te lo aspetti. Parentesi di Herrera e Mourinho a parte, infatti, l’Inter è sempre stata così, è nel suo Dna. Occhio a sottovalutarla, quindi.
COSE DA INTER – Certo, è vero che il fatto di ritrovarsi alla terza giornata da sola in testa a punteggio pieno non significa nulla: il campionato è appena iniziato, alcuni avversari (Juventus in testa malgrado l’avvilente -8 dai nerazzurri) sono indubbiamente più accreditati per la vittoria finale e la solita Inter è sempre dietro l’angolo. Sempre. Chi si sorprenderebbe, ad esempio, di rivederla fin dalla prossima partita, la delicata trasferta di Verona contro il Chievo? Nessuno, o quasi, e anche questo, in fondo, sarebbe da Inter. Così dicono – e scrivono – un po’ tutti, e hanno ragione. Tuttavia, libri di “genetica” alla mano, è proprio questo il clima ideale per la Beneamata, questa pazza squadra croce ma anche delizia per milioni di innamorati: datele poche chance, e probabilmente vi regalerà una gioia.
Tirando le somme: se a una buona squadra guidata da un ottimo allenatore aggiungete tanta fortuna (cioè quanta ne serve) e il clima ideale, beh… si può fare. L’Inter ce la può fare. Staremo a vedere.
Enrico Steidler