Ciclismo
La Vuelta è di Fabio Aru, Astana memorabile. Le pagelle della tappa

E’ tutto vero! Fabio Aru conquista la maglia rossa alla penultima tappa della Vuelta, e domani salirà sul gradino più alto del podio di Madrid. Una vittoria strappata con il cuore, ma, soprattutto oggi, con una tattica costruita in maniera strepitosa dal team Astana, che ha letteralmente demolito la corazza del povero Dumoulin. Diamo i voti ai protagonisti di questa splendida tappa, vinta, è giusto ricordarlo, dallo spagnolo Ruben Plaza della Lampre.
RUBEN PLAZA 10 – Si fa oltre 100 km di fuga da solo, mantenendo sempre un passo costante e non dando mai l’impressione di poter subire la rimonta. Una vittoria straordinaria e più che meritata. Stagione da top.
ASTANA 10 – Lo avevamo detto, la squadra sarà decisiva. Il team kazako tira fuori una prova tatticamente epica, perfetta in ogni minimo particolare. Geniale mandare due uomini in fuga, che vengono ripresi dal gruppetto tirato da un formidabile Landa proprio al momento giusto. Siete dei geni assoluti. Stop.
ARU 8 – Doppio voto per il sardo, che si becca il 10 dell’Astana e l’8 per se stesso. Finalizzatore straordinario di una squadra che, quando lavora con la testa, è semplicemente la più forte del mondo, si va a prendere la maglia rossa al termine di una Vuelta sudata e meritata. E’ il primo successo in una grande corsa a tappa. Chapeau!
QUINTANA/MAJKA 7 – Mentre tutti si crogiolano sfruttando il ritmo mostruoso imposto dall’Astana, il colombiano e il polacco se ne vanno tutti soli sull’ultima salita, andando a conquistare rispettivamente quarto e terzo posto. Finale da applausi.
RODRIGUEZ 6 – Tanta fatica, ma alla fine si tiene stretto il secondo posto, correndo gli ultimi chilometri come se fosse inseguito da un leone inferocito. Niente vittoria per lui, ma si tratta comunque di un bellissimo podio.
DUMOULIN 4 – Una via crucis iniziata quando Landa decide di accelerare, e terminata solo al traguardo. Senza squadra, senza aiuti, tracolla in maniera clamorosa, passando dal primo al sesto posto in un “amen”. Meritava di più, ma è giovane e potrà rifarsi.
Matteo Masum
