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I 20 giocatori più forti della storia della Nazionale Italiana

La Nazionale Italiana. Vincitrice di 4 mondiali e patria di talenti straordinari. Quando pensi all’Italia pensi alle gesta di eroi, più che calciatori, che hanno fatto sognare generazioni intere. Pensi ai primi mondiali, quelli del ’34 e del ’38, che hanno fatto conoscere il calcio alla nostra terra. Pensi a Italia-Germania 4-3, ai Mondiali dell’82 e del 2006 vinti tra le polemiche, alle notti magiche di Italia ’90. Pensi soprattutto alle emozioni che soltanto una Nazionale di calcio ti può regalare. Abbiamo deciso di selezionare i 20 calciatori più forti della storia della Nazionale: non è una classifica, e scusateci se abbiamo saltato qualcuno, ma è semplicemente un ricordo dei giocatori più rappresentativi di un Paese calcistico, forse del Paese calcistico per eccellenza.
VALENTINO MAZZOLA – Padre dello storico capitano dell’Inter, si fa conoscere agli occhi del mondo prima con il Venezia e soprattutto con il Grande Torino. Giocatore capace davvero di far tutto, viene considerato ancora oggi tra i migliori italiani di tutti i tempi. La strage di Superga gli nega una gloriosa carriera che avrebbe sicuramente meritato al pari di nomi apparentemente più illustri.
PAOLO ROSSI – Probabilmente non vanta la stessa classe di giocatori presenti in questa classifica, ma in termini di senso della posizione e di gol è forse il migliore italiano di sempre. Le reti nei mondiali dell’82 e il pallone d’oro nello stesso anno gli assegnano di diritto un posto nei 20 migliori giocatori della storia della nazionale. Bomber eterno.
FRANCESCO TOTTI – A differenza della sua storia in giallorosso, Totti trova in maglia azzurra la gloria che merita, diventando sin dagli europei del 2000 un punto fermo dell’attacco della nazionale. I mondiali del 2006 ne sono la perfetta consacrazione, e il rigore contro l’Australia l’esatta dimostrazione dell’infinito talento e della personalità di cui è dotato.
GAETANO SCIREA – Considerato tra uno dei migliori liberi di sempre, è assoluto protagonista del mondiale dell’82. Difensore dell’eleganza sorprendente, forse unica, con piedi da n°10 e una tranquillità da veterano vero. La mancanza totale di espulsioni in più di 20 anni di carriera sono la testimonianza dell’inestimabile classe che scorreva nelle sue vene. Il “Beckenbauer” azzurro, senza esagerare.
OMAR SIVORI – Compagno di Boniperti e Charles nel “Trio Magico” bianconero, Sivori viene naturalizzato italiano grazie alle origini azzurre dei genitori, nonostante abbia vissuto sin dalla nascita in Argentina. La parola che più di tutti lo descrive è “classe”, praticamente infinita. Con lo straordinario dribbling e il mancino vellutato di cui era dotato fece innamorare migliaia di tifosi, fino a vincere il pallone d’oro nel 1961.
DINO ZOFF – Il miglior portiere azzurro di sempre, prima che un certo Buffon riscrivesse la storia della nazionale. La doppia “ff”, l’avventura in bianconero e il mondiale vinto: tanti i punti in comune con l’attuale portiere azzurro. A differenza sua però Zoff si rende artefice di un compito difficilmente emulabile: vincere il mondiale a 42 anni, con quelle parate a mani nude che hanno difeso la porta azzurra fino a sollevare la Coppa del Mondo.
SILVIO PIOLA – Il miglior cannoniere di sempre, e a dirlo sono i numeri: 274 reti in Serie A, ben 34 gol in sole 30 presenze con la maglia azzurra. Classico bomber d’area di rigore, corona la sua carriera fatta di gol con il mondiale vinto in Francia nel 1938. Quando si dice “bomber d’altri tempi”.
ALESSANDRO DEL PIERO – Insieme a Boniperti uomo simbolo della Juventus, non ha assolutamente bisogno di presentazioni. Carriera piena di successi in bianconero, mostra classe e signorilità dentro e fuori dal campo. Soprattutto quando in maglia azzurra, nel mondiale del 2006, dopo un avvio difficile oscurato dalla presenza di Totti, attende con sacrificio e senza mai una parola fuori posto il suo momento, che arriverà nella rete del 2-0 alla Germania. Quel gol rappresenta l’apoteosi di una carriera all’apice, di una carriera da vero n°10: una carriera tra i 20 migliori giocatori della storia della nazionale.
PAOLO MALDINI – In assoluto uno dei migliori difensori di sempre. Colonna portante del Milan e della Nazionale, è oggi il principale punto di riferimento del difensore moderno: scelta di tempo straordinaria, intelligenza tattica e mancino di tutto rispetto, che sfruttava anche quando veniva impiegato da terzino. Esemplare.
FABIO CANNAVARO – Leader assoluto dell’Italia campione del mondo nel 2006. In quell’anno, il buon Fabio gioca come uno dei migliori difensori della storia del calcio, apparendo per certi tratti insuperabile. Garanzia assoluta nell’1 contro 1, figura tra i difensori più difficili da dribblare nella storia del calcio. Oltre al mondiale vinto da capitano, nel 2006 viene eletto miglior calciatore dell’anno, premio piuttosto ambito per un difensore, che lo mette al pari di gente come Beckenbauer e Matthäus.
FRANCO BARESI – Come ruolo e squadra, il predecessore di Paolo Maldini. Tutte le belle parole che spendiamo per Paolo, le diamo anche a Franco. Colonna portante del Milan più forte di sempre, è stato decisivo per le tantissime vittorie, soprattutto in campo europeo, del Diavolo, essendo il leader di una difesa fortissima. La stessa difesa, con lo stesso leader, che verrà riproposta ad USA ’94. Peccato per un infortunio, che non gli permetterà di partecipare a gran parte della rassegna iridata. Gioca però la finale con un menisco appena ricostruito. Sbaglia un calcio di rigore sanguinoso, ma non per questo la sua favolosa carriera è stata compromessa. Ad onor di cronaca, con la maglia azzurra Franco è diventato Campione del Mondo nel 1982, ma in quel Mondiale lui non è mai sceso in campo.
MARCO TARDELLI – L’urlo al gol contro la Germania nel 1982 resterà sempre nei cuori e nella mente di chi l’ha vissuto. Un centrocampista di qualità e quantità, come ne esistono pochi, un campione che nella carriera ha vinto tutto. Simbolo di juventinità, con i bianconeri ha portato a casa tutti i trofei possibili, con la Nazionale è tra gli eroi del Mundial di Spagna.
JOSÈ ALTAFINI – L’avventura di Altafini con le Nazionali non è stata granché, in quanto ha disputato soltanto 8 partite con quella del Brasile (diventando Campione del Mondo nel 1958) e 6 con quella dell’Italia. La disastrosa rassegna mondiale del 1962 non gli consentirà più di vestire la maglia della Nazionale, poiché vennero banditi gli oriundi. Tuttavia non è possibile escluderlo da una graduatoria del genere, essendo il quarto calciatore di sempre nella classifica per gol segnati in Serie A e il secondo straniero per presenze nel massimo campionato straniero. Un bomber nato, capace di essere decisivo anche in età non più verdissima, che ha fatto le fortune di Milan, Napoli e Juventus.
GIACINTO FACCHETTI – Non gli fa onore essere agli albori della cronaca per una sentenza per spionaggio e diffamazione (subita, ma Moggi è stato assolto). Giacinto è stato uno degli emblemi della Nazionale e dell’Inter, con cui è stato legato da sempre, come calciatore e dirigente. Con la maglia della Nazionale ha vinto un Europeo, l’unico della storia azzurra ed è arrivato secondo al Mondiale del 970, fermato soltanto dal Brasile di Pelè. Il terzino sinistro perfetto, fantastico sia in fase offensiva che in fase difensiva.
GIANLUIGI BUFFON – Un portiere di cui sappiamo già tutto. Straordinario tra i pali, meravigliosamente carismatico fuori e dentro il campo. Buffon è sicuramente sul podio degli italiani più forti dal 2000 ad oggi. Protagonista indiscusso, assieme a Fabio Cannavaro, del Mondiale di Germania. Anche se non ha parato nessun rigore a Berlino, è stato decisivo con la parata su Zidane nei supplementari di quella tesissima finale e, sempre nei supplementari, nella meravigliosa semifinale contro la Germania su Podolski. C’è sempre stato e ci sarà: fin quando Buffon proteggerà la porta della Nazionale, i tifosi azzurri possono stare tranquilli.
GIANNI RIVERA – “Piedi da artista, inventiva da grande regista e senso del gol fanno di Rivera uno dei giganti di ogni epoca del calcio mondiale.” Questa frase di Carlo Felice Chiesa, molto probabilmente, sintetizza ciò che è stato Rivera. Un regista fenomenale, il più forte in quel ruolo per distacco fino all’arrivo di Pirlo (alla pari con l’ex Milan e Juventus, non inferiore). Vince tutto con la maglia del Milan, con la Nazionale è il protagonista della Partita del Secolo: Italia-Germania 4-3, in cui, prima sbaglia sul 3-3 tedesco, poi, dopo la frase “Ora non mi resta che segnare per farmi perdonare” detta ad Albertosi, realizza il decisivo 4-3. Con gli Azzurri diventa anche Campione D’Europa nel 1968.
GIGI RIVA – 35 gol con la maglia della Nazionale. Non sembrerebbero tantissimi, ma sono stati segnati in sole 42 partite. Un bomber meraviglioso, capace di portare sul tetto d’Italia il Cagliari nel 1970. I suoi gol sono decisivi e portano la Nazionale a vincere il Campionato d’Europa nel 1968 e a raggiungere la Finale del Mondiale del 1970 in Messico. Il suo mancino era terribile e non lasciava scampo ai portieri avversari: una vera macchina da gol.
BRUNO CONTI – Simbolo della Roma, pilastro della Nazionale. Il piede di Conti era pura poesia: disegnava assist per i compagni, che dovevano soltanto fare il loro dovere. Bruno, a cavallo degli anni ’82-’83, ha rischiato di vincere tutto. Con i giallorossi Coppa Italia e Campionato, con la Nazionale il Mundial. Gli è mancata soltanto la Coppa dei Campioni, persa proprio all’Olimpico, contro il Liverpool, ai calci di rigore. Ma una sconfitta non cancella una carriera gloriosa e…poetica.
ANDREA PIRLO – Presentazioni? Non ne servono, magari vi alleghiamo qualche soprannome datogli ai tempi della Juventus: “Il Maestro” o “Mozart”. Andrea è uno di quei rarissimi calciatori che dettano il tempo alla squadra, senza sbagliare mai. Quando si ferma, è il momento di restare cauti. Quando alza il ritmo e lancia, rischia, ogni volta, di far segnare l’avversario. Se volete un saggio della sua classe, guardate Juventus-Monaco 1-0, quarto di finale della scorsa Champions. Una partita bloccata, apparentemente senza sbocchi per i bianconeri. Ecco che, ad un certo punto, Pirlo illumina la serata, lanciando Morata che si trova tutto solo davanti al portiere. Steso, calcio di rigore, partita vinta. Qualcosa in più? Ah si, pilastro del centrocampo del Milan bi-Campione d’Europa e dell’Italia Campione del Mondo. Un bel biglietto da visita.
ROBERTO BAGGIO – Forse il calciatore italiano più forte di sempre, sicuramente l’azzurro più grande a non aver mai vinto un mondiale. Nella sua carriera ha cambiato tantissime squadre, ma nessuna tifoseria gli è ostile, perché lui ha fatto contare la classe. Pallone d’oro nel 1993, dimostra di cosa è capace con la maglia dell’Italia ad USA ’94: trascina gli Azzurri fino alla Finale con gol decisivi contro Nigeria, Spagna e Bulgaria. Purtroppo, però, viene ricordato soprattutto per l’amaro epilogo, il calcio di rigore sbagliato contro il Brasile. Quello che conta, invece, è tutto il resto: è quello il motivo per cui viene collocato tra i 20 migliori calciatori della storia della Nazionale.
Articolo scritto in collaborazione da Luigi Fontana (@luigifontana24) e Gianluca Nucci

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