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Allevi, Beretta & Co: ecco le pagelle dell’inno della Lega Serie A
101esimo posto. Se chiedete al popolo dei tifosi di pensare alla Lega Serie A e di tirare giù una lista di 100 cose da fare con la massima urgenza per renderla presentabile, la composizione di un’inno auto-celebrativo sarebbe collocata al 101esimo posto. Matematico. Ora, indovinate un po’ cosa ha appena fatto la Lega? E’ partita dal basso, naturalmente, vista la sua confidenza con i luoghi, e ci ha appena regalato un bel motivetto: si chiama “O Generosa!”, è firmato da Giovanni Allevi e accompagnerà l’ingresso dei calciatori in campo.
LE PAGELLE – Ok, facciamo finta di ignorare la calorosa accoglienza riservata dal web (“L’inno si chiama O Generosa. Dev’essere riferito alla Lega Calcio che ha pagato per sta ciofeca“…”L’inno della #SerieATim divide gli appassionati, alcuni lo trovano brutto, altri terrificante“…”Propongo il daspo per l’inno di Allevi in tutti gli stadi”…) e proviamo a dare un voto a tutto ciò.
Titolo dell’inno: 3 – “E’ dedicato a Sara Tommasi” commenta un autore (george clone) del sito satirico Spinoza. Detto questo, detto tutto.
Testo: 4 – E’ scritto in latino e in inglese. Punto. Riportiamo qui sotto le due versioni accanto alla traduzione. Nel testo di quest’ultima compaiono 5 parole chiave (nobile, gloria, onestà, corruzione e gioia): il lettore provi a scoprire le 4 parole che non c’entrano niente con il calcio italiano del 2015.
– Latino: O generosa magnitudo! O generosa veni ad nos! Victori gloria, cum honestate semper movetur cor eius. (2 volte) Victori gloria, Victori gloria, Victori gloria, Custodi animum tuum, ut a corruptione abstineat, necopitatum gaudium accipies, O generosa!
– Inglese: Gloria, I say to you, Alleluia! Winner you will be in your heart Gloria, I say to you Alleluia! Winner you’ll be in your heart, always you’ll be.
– Lingua morta: Oh forza nobile! Oh nobile, vieni da noi! Gloria al vincitore, il suo cuore si muove sempre con onestà. Gloria al vincitore, Gloria al vincitore, Gloria al vincitore, custodisci la tua anima, affinché si astenga dalla corruzione, riceverai una gioia inaspettata, Oh nobile! Gloria, a te dico, Alleluia! Vincitore sarai nel tuo cuore, Gloria, a te dico, Alleluia! Vincitore sarai nel tuo cuore, sempre lo sarai.
Video: 5/6 – Non è malvagio, ma Allevi ricorda da vicino il direttore del coro di Bud Spencer in “Altrimenti ci arrabbiamo”, con la differenza che il “paraninfo” (così lo definì il suo collega musicista ed ex-amico Saturnino Celani) è molto più sorridente. Pure troppo.
Musica: 7+ – Allevi non è Gershwin, ma considerando cosa passa il convento della musica italiana è il caso di dire Alleluia! Il pezzo, infatti (una composizione polifonica per coro a quattro voci e orchestra), è piacevole e – udite udite – non è lagnoso. Anzi. Gli sberleffi dei serial killer da tastiera, stavolta, sembrano mancare in pieno il bersaglio. Benino, bravino, 7 +.
Dichiarazioni di Beretta: 4 – Pura fuffa in salsa fiction. “L’idea di comporre un inno per le nostre partite – ha commentato Maurizio Beretta, presidente della Lega Serie A – nasce dal desiderio di unire due pilastri della cultura italiana che ci identificano nel mondo, l’amore per il calcio e la grande tradizione musicale. O Generosa racchiude i valori della lealtà, della correttezza e della sportività da sempre alla base della nostra attività sportiva (“Italiani violenti anche a bocce“, diceva quasi nello stesso momento Carlo Tavecchio, numero uno della Figc. “La conflittualità sta nel nostro Dna”) e diventerà la musica che contraddistinguerà tutte le nostre competizioni ufficiali”.
Dichiarazioni di Allevi: 3 – Un’omelia micidiale: se arrivate vivi fino in fondo vuol dire che siete immortali. “Il testo di “O Generosa!” è centrato sull’invocazione di una forza nobile e pura, di cui deve essere detentore il campione di una disciplina sportiva. La nobiltà d’animo può però trascendere l’ambito agonistico e rivolgersi ad ogni aspetto dell’agire umano, assumendo valore universale. Oggi più che mai, ogni strato della società e del nostro essere è attraversato dall’incertezza, ma non per questo dobbiamo rinunciare a tendere ad un ideale di purezza interiore ed onestà, come il kantiano principio regolativo della massima realizzazione di sé. Essere vincitore, dunque, non è solo l’esito di una competizione sportiva, ma significa essere campioni nella vita, nel cuore prima di tutto”. Amen. Pace e bene. Poi Don Gianni stringe la mano ai sopravvissuti, firma qualche autografo e se ne va.
Enrico Steidler