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Un’Inter sempre più internazionale
Anche quest’anno, come da buona tradizione, l’Inter sembra intenzionata a puntare molto su calciatori non italiani. E’ ormai un paio di stagioni che la rosa dei nerazzurri è composta per almeno i tre quarti da stranieri, molti dei quali non riescono o non hanno lasciato traccia nella nostra Serie A e per questo sono già stati rimandati al mittente o venduti ad altre squadre. La lista è davvero lunga, alcuni sono stati pagati svariati milioni, altri sono arrivati solo in prestito per sei mesi: Kharja, Taider, Forlan, Ricky Alvarez, Alvaro Pereira, Schelotto, Belfodil, M’vila e Podolski rappresentano solo alcuni esempi di coloro che non hanno saputo imporsi con i colori nerazzurri.
L’altra faccia della medaglia dice che il settore giovanile dell’Inter, composto per la maggior parte da giovani ragazzi italiani, negli ultimi anni ha vinto diversi scudetti: uno la Primavera nel 2012, uno gli Allievi Nazionali nel 2014 e tre (negli ultimi quattro anni) i Giovanissimi Nazionali oltre che un Torneo di Viareggio conquistato a febbraio. L’ultimo Scudetto lo hanno conquistato proprio ieri i Giovanissimi under 15 al termine di un’avvincente gara contro il Parma vinta dopo i tempi supplementari 4-3. Per la cronaca la formazione dell’Inter era formata per 10/11 da italiani e tutti hanno fatto una bellissima figura. Anche il Presidente Erick Thoir si è complimentato con loro e il tecnico Bellinzaghi, sottolineando come il fiorente settore giovanile sia l’orgoglio della Società, sta di fatto che di anno in anno questi giovani che si mettono in evidenza difficilmente troveranno spazio nella squadra dove hanno mosso i primi passi, l’esempio dei giovani che hanno vinto la Next Generation nel 2012 è lampante.
Tornando al presente, la Beneamata quest’anno ha deciso di rinforzarsi venendo incontro alle richieste fatte dal tecnico Mancini, ha già speso una bella cifra per portare a Milano il francese Kondogbia, ha già preso il colombiano Murillo e in dirittura d’arrivo sono anche le trattative con Miranda, Montoya e Zukanovic. Non è tutto perché manca qualche altro tassello, tanti i nomi in ballo si va da Perisic a Cuadrado o Salah. L’importante è che non sia italiano.
Roberto Cusimano