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Agnelli e Balotelli, le due facce diverse dello stesso tapiro
Andrea Agnelli e Mario Balotelli hanno solo due cose in comune, una permanente e l’altra – auguriamo di cuore a entrambi – transitoria: i cognomi in rima e un “attapiramento” da far paura. Per il resto sono su due pianeti opposti, a partire dal rendimento sul lavoro. Il primo, infatti, è reduce da una stagione davvero straordinaria, come ha sillabato lui stesso ieri in conferenza stampa (scudetto – il quarto consecutivo della sua gestione – e Coppa Italia, finale di Champions, fatturato a 315 milioni di euro, crescita esponenziale del marchio, ecc., ecc.), mentre il secondo ha appena toccato il punto più basso della sua altalenante carriera: un solo gol messo a segno in Premier League in 939 minuti – 16 presenze – disputati con la maglia del Liverpool, Nazionale ridotta a ricordo pieno di rimpianti e valore del cartellino in caduta libera (dai 32 milioni di euro di tre anni fa ai 15 di oggi, fonte Trasfermarkt).
CHI DI SOCIAL FERISCE… – Entrambi, però, anche il “vincente”, stanno vivendo un momento difficile, e sul web è facile ritrovarne il motivo. Cominciamo dal Supergiovane con un grande futuro alle spalle, quello che si divide fra panchina, discoteche e social-network. Il Cabinteely FC, squadra ultima in classifica della Serie B irlandese, ha pubblicato su Twitter un grafico che paragona il rendimento di Balotelli a quello dei suoi attaccanti, e il risultato – per mister Why always me? – è a dir poco impietoso. Come se non bastasse, l’immagine è accompagnata da un’ esortazione che può suonare un tantino irridente: “Smettila di chiamarci e di mandarci messaggi, Balotelli. Non abbiamo bisogno di te per la nostra partita di venerdì contro l’Athlone Town”. Morale della storia? Il Cabinteely FC è riuscito in un’impresa davvero titanica, diciamolo: ha reso utile Super Mario.
LACRIME BERLINESI – E che dire di quell’uomo – sì, proprio quello “a-social” di Giakartone e della Fiorentina al sangue – che ora deve subire l’oltraggioso affondo della rete? E che deve fare buon viso a cattiva immagine (vedi, ad esempio, i crudeli foto-montaggi che ritraggono Buffon, Tevez & Co sollevare la Coppa dei Campioni con le maglie dei giocatori dell’Inter)? Che si tratta di poco danno, in fondo, perché lui soffrirebbe le pene dell’inferno comunque. Il presidente della Juventus, infatti, appartiene alla stessa categoria di uomini di cui fa parte anche Mourinho, e proprio come l’Eroe dei tre mondi anche lui, in cuor suo, pensa che “il secondo è solo il primo degli ultimi“. Bisogna vincere, insomma, vincere e soltanto vincere, e se si perde la cosa più importante – poter massacrare di pernacchie gli inter-tristi ancor prima che sollevare la Coppa – allora non c’è consolazione aurea che tenga: Tapiro 3 – Agnelli 1.
Anche i ricchi (altra cosa in comune) piangono, quindi, e ne hanno motivo. Non solo: nel caso dei nostri eroi forse, in qualche misura, almeno un po’, se lo meritano, e se lo meritano alla grande. Che dite voi: lo capiranno?
Enrico Steidler