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Il Monaco torna tra le otto grandi. L’ultima volta fu finale
Capita una volta ogni dieci anni, e quindi, perché non gustarsela fino all’ultimo? Il Monaco torna tra le otto grandi d’Europa dopo undici anni. Era la stagione 2003-2004, una delle Champions League più strane della storia. Tutti ricordano il vincitore, più l’allenatore (Mourinho) che la squadra (il Porto), ma in finale, a farsi asfaltare dai Dragoes c’era proprio il Monaco, allenato da Didier Deschamps. Ora che una tale congiuntura astrale si è verificata nuovamente, i ragazzi di Jardim hanno tutta l’intenzione di provarci ancora.
LE ANALOGIE– Se dovessimo cercare delle somiglianze, avremmo delle difficoltà. L’unico aspetto che accomuna quel Monaco e questo è l’assenza di grossi nomi. Per il resto, la squadra di Deschamps, con il dovuto rispetto, soprattutto nella fase ad eliminazione diretta andò avanti più per un mix di fortuna e tenacia che per oggettivi meriti. Gol ne prendeva (basta ricordare la vittoria per 8-3 contro il Deportivo), ed ovviamente ne segnava (come sopra). La squadra di Jardim, invece, dà una sensazione di compattezza e solidità che quel Monaco non aveva. Paradossalmente, questo Monaco, più di quello, meriterebbe una finale che difficilmente raggiungerà. Anomalie del calcio.
FATTORE C– Abbiamo accennato alla fortuna, componente spesso determinante nel calcio. Beh, il Monaco di Deschamps ne ebbe in quantità industriale. Nel raggruppamento, pescò Deportivo la Coruna, Psv ed Aek Atene. Non proprio un girone di ferro, vinto dai francesi, seguiti, ad un punto di distanza, dagli spagnoli, che prevalsero per gli scontri diretti (oh, Milan), e dagli olandesi. Ad ottavi e quarti, i gol fuori casa salvarono i monegaschi, sconfitti all’andata sia dalla Lokomotiv Mosca che dal Real Madrid. Insomma, bravi, ma pure abbastanza baciati dalla Dea Bendata. Questo Monaco ha chiuso il girone con gli stessi punti, 11, subendo soltanto un gol. Contro l’Arsenal, all’andata ha disputato una super prestazione, mentre al ritorno ha sofferto parecchio, ed anche qui, forse la Fortuna ha voluto dare una mano a Berbatov e compagni.
La storia si ripeterà? Difficile, ma, visto che capita una volta ogni dieci anni, perché non provarci?
Matteo Masum