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Lazio-Milan: stesso modulo, risultati differenti. La verità sta nel mezzo
Sistema di gioco praticamente analogo, risultati differenti. La verità probabilmente sta nel mezzo. Se la Lazio continua a sorprendere e a convincere anche i più scettici, il Milan invece non riesce a trovare il bandolo della matassa. Eppure il modulo è lo stesso, 4-3-3 o 4-2-3-1, ma a fare la differenza sono gli interpreti in mezzo al campo, con Pioli che può contare su giocatori di qualità, al contrario del collega Inzaghi. Se da una parte infatti ci sono Parolo, il giovane (si fa per dire) Cataldi e il regista Biglia, dall’altra gente che offre un contributo – anche altalenante – in termini di quantità, come i vari Montolivo, Muntari, Poli e De Jong.
Entrambe le squadre si affidano alla velocità dei proprio attaccanti, soprattutto degli esterni. Ma, se Keita, Felipe Anderson e Candreva vengono serviti perfettamente dai centrocampisti, non si può dire certamente la stessa cosa per quanto riguarda i rossoneri. Una falla non da poco per SuperPippo, che non permette a El Shaarawy, Menez, Cerci e via dicendo, di esprimersi ad alti livelli. La miglior difesa è l’attacco, ma per attaccare servono uomini di qualità in mezzo al campo.