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Inter, ma perché paghi proprio tu?
La stangata dell’UEFA era nell’aria, a dire la verità. Forse l’ipotesi di un serio provvedimento era stata (inspiegabilmente) sottovalutata, ma la possibilità che l’Inter venga sanzionata è ora seriamente concreta. E i nerazzurri non si possono permettere di sprecare soldi, se l’obiettivo è rimanere nei parametri imposti dal fair play finanziario. A proposito, ma perché è Thohir a pagare, e non una squadra molto più spendacciona come il Real Madrid?
QUESTIONE DI INTROITI – La risposta è semplice: i madrileni incassano almeno dieci volte tanto. La dirigenza delle merengues ci ha abituato a colpi a sorpresa e spese faraoniche, ma sempre con un occhio al bilancio. La vittoria dell’ultima edizione di Champions League ha portato entusiasmo nell’ambiente, oltre che nuovi soldi nelle casse societarie. Il marchio del Real Madrid è senza dubbio il più conosciuto del mondo, e il possesso di un giocatore immagine come Cristiano Ronaldo vale oro in termini di sponsor e vendita di magliette. Discorso simile per il Bayern Monaco, che anche se si è fermato al penultimo atto della coppa con le orecchie ha un marketing che non conosce rivali in Germania, e si può permettere il lusso di vendere un fenomeno come Kroos (incassando 30 milioni) per puntare su nomi nuovi. Tutte caratteristiche assenti nell’Inter di oggi, e a cui Thohir dovrà rimediare se non vorrà privarsi dei pochi gioielli rimasti in rosa.
IL RISCHIO – Del resto il buon (ma neanche tanto) Platini aveva lasciato intuire che con il fair play finanziario non si scherza. La maxi multa dello scorso maggio ai danni di Manchester City e Paris Saint Germain avrebbe dovuto mettere sull’attenti la dirigenza dell’Inter, che invece non si è risparmiata né con il contratto all’allenatore né con un mercato invernale tutt’altro che parsimonioso. Eppure gli inglesi e i francesi sono stati costretti a pagare 60 milioni di euro, una cifra che i nerazzurri non si possono permettere di sprecare. Un avviso servito a ben poco a quanto pare, anche se il rischio corso da Thohir è sicuramente inferiore ai 10 milioni di euro. Comunque abbastanza da rischiare di compromettere il mercato estivo e, di conseguenza, la prossima stagione.
IL MARKETING – La soluzione più sensata è quella di rilanciare il marchio dell’Inter a livelli più alti, che convincano i tifosi ad andare allo stadio e a comprare prodotti ufficiali. L’acquisto di Vidic, che doveva essere l’uomo immagine della nuova Inter, si sta rivelando un flop. Il nuovo pupillo Shaqiri ha già conquistato il cuore dei tifosi, ma finché l’Europa che conta resterà un ricordo lontano il problema finanziario rimarrà irrisolvibile. La rinascita nerazzurra deve rinascere dalla qualificazione alla Champions League, obiettivo indispensabile per ottenere gli introiti necessari al pareggio del bilancio. Ma se Mancini non dovesse guidare i suoi uomini alla vittoria dell’Europa League, l’unica soluzione per sopravvivere sarebbe la cessione di un pezzo pregiato. E l’Inter entrerebbe in un circolo vizioso tra spesa e incassi che non promette nessuna rinascita. Alla faccia del fair play.