Focus
Berlusconi ai tifosi: “Prendete e mangiatene tutti. Questo è il mio Milan”
Berlusconi prese il Milan, lo spezzò in due, lo diede ai tifosi e disse: “Prendete e mangiatene tutti, questo è il mio club, offerto in sacrificio per voi”. Queste le parole con cui Don Silvio potrebbe annunciare la cessione del 10/15% della società rossonera ad un azionariato popolare, oltre che del 30% ad un investitore, probabilmente straniero.
COME BARÇA E REAL – Il patron rossonero, ancora per poco tempo, già nello scorso ottobre – in un’intervista rilasciata al ‘La Gazzetta dello Sport‘ – uscì allo scoperto, ammettendo di considerare la cessione del club attraverso un azionariato popolare, piuttosto che cedere l’intero pacchetto azionario ad emiri o comunque ricchi imprenditori. Una pratica diffusa soprattutto nello sport spagnolo, e già usata da grandi club di Liga come Barcellona, Real Madrid e Athletic Bilbao. In Serie A invece c’è MyRoma, che in qualche modo collabora con la società del presidente Pallotta. L’intenzione è quindi quella di coinvolgere anche i tifosi rossoneri, chiamandoli in causa economicamente, in quanto considerati a tutti gli effetti dei soci, aventi quindi dei diritti e dei doveri da rispettare.
PROGETTO REALIZZABILE? – Decisione che ha tanto il sapore di resa da parte di Berlusconi; inimmaginabile fino ad un paio d’anni fa, quando continuava ad investire, vincendo sia in Italia che nel mondo. Ma è qualcosa di realizzabile? Difficile dirlo, sicuramente il mercato spagnolo non è neanche lontanamente vicino a quello nostrano, quindi si potrebbe andare incontro a mille difficoltà, peggiorando ancor di più una situazione che già al momento non è delle migliori. Come complicato, e forse alquanto impossibile, è trovare oggi un cospicuo gruppo di supporters interessato ad entrare in società. Si riuscisse davvero a mettere in piedi qualcosa di simile, il Milan avrebbe nuovamente a disposizione nuove risorse da investire, rinforzando una squadra al momento incapace di entusiasmare il pubblico. Ovviamente, con la consapevolezza berlusconiana di non avere più pieni poteri.