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Inzaghi, il rischio esonero e la lezione di Sarri
Pubblicato
8 anni fa|
Editor
Marco Tringali
Che la serie A non fosse il torneo di Viareggio chiunque mastica calcio lo avrebbe capito senza dover fare improbabili esperimenti. E l’esperimento di Inzaghi allenatore del Milan prima squadra, che salta tutta la trafila che ogni allenatore normale sostiene prima di diventare allenatore di serie A, passando per i campi bistrattati delle categorie minori fino a conoscere la gloria, è decisamente naufragato fin dai primi mesi. I buoni risultati ottenuti con le giovanili rossonere avevano illuso i dirigenti rossoneri sulla possibilità di crearsi un altro allenatore “fatto in casa” capace di rinverdire i vecchi fasti di uno dei club più titolati del mondo. Era perfino iniziata bene l’avventura di Inzaghi sulla panchina rossonera, con il successo interno alla prima contro la Lazio, cliente di certo scomodo. Solo 7 vittorie in 23 gare di campionato con ben 30 reti subite sono l’amaro verdetto dell’ennesima stagione grigia del “Diavolo” che fa il paio con la gestione Seedorf che nella seconda parte della scorsa stagione fece sprofondare il Milan nelle zone meno nobili della classifica, mancando clamorosamente l’appuntamento con l’Europa. Già da alcune settimane si vocifera sull’esonero imminente dell’ex attaccante rossonero. Probabilmente l’accanimento terapeutico di Galliani, nel vano tentativo di difendere l’ennesima scelta fallimentare del manager rossonero sta producendo danni irreparabili e con altrettanta probabilità saremo costretti ancora a parlare di ultima spiaggia per Inzaghi in vista del confronto, di certo sulla carta abbordabile, contro il Cesena. Sarà ancora San Siro il teatro di questo atto “nevralgico” per il destino della panchina di Inzaghi. Già, proprio quello stadio che domenica scorsa ha subissato di fischi quel Milan perfino impotente contro la ragnatela ermetica ingegnata da Sarri.
LA LEZIONE DI SARRI – Sarri, lui si che ne ha fatta di gavetta. Allena dal 1990 e allora la sua prima squadra si chiamava Stia. Poi ha macinato calcio nelle piazze più improbabili dell’italico paese calcistico. Antella, Valdema, Sangiovannese, per poi arrivare a sedere sulle panchine di piazze più nobili come Arezzo, Pescara, Avellino e poi raggiungere il paradiso con la favola dell’Empoli, che nel 2012 gli affidò le proprie sorti. E adesso Empoli strabuzza gli occhi nel vedere giocare la propria squadra con la personalità di una big in ogni campo, senza mai abbassare la guardia. Sarri non avrà vinto il torneo di Viareggio con una squadra giovanile, ma ha imparato calcio per insegnarlo in quei palcoscenici minori dove si apprende l’a-b-c del mestiere. Da alunno è diventato maestro e adesso impartisce lezioni di calcio. Chissà se Inzaghi e insieme a lui la dirigenza rossonera, qualcosa, domenica scorsa, avranno imparato.
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