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Balotelli può muovere il mondo

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Balotelli, Liverpool-Ludogorets 2-1
Balotelli esulta con i compagni di squadra del Liverpool dopo il suo gol in Champions League contro il Ludogorets

Balotelli, ieri in gol col Tottenham: è il primo in Premier League nella sua esperienza ad Anfield

E’ il minuto 83 di Liverpool-Tottenham ed il tabellone di Anfield indica il risultato: 2-2. Sembra profilarsi all’orizzonte, per i Reds, l’ennesima non vittoria di una stagione partita sotto il migliore degli auspici, che ad un certo punto sembrava dover naufragare definitivamente, per poi ri-salire, ri-scendere e ri-salire ancora. Alti e bassi, troppi. Ma quel minuto 83 segna una potenziale svolta nella pazza annata del Liverpool. Perchè nella stagione degli alti e bassi, decide di svegliarsi lui, il re degli alti e bassi. Mario Balotelli. Prima idolatrato, poi sbeffeggiato, protagonista attesissimo di un film che non sembrava essere il suo. Fino a quel minuto li’. Balotelli scatta, brucia la difesa, spacca la partita e fa 3-2. E’ il delirio, il tripudio generale.

Ad Anfield si vedono scene di panico. Mario abbraccia un compagno, ma uno dopo l’altro gli saltano addosso praticamente tutti gli altri, portiere escluso. I tifosi impazziscono, Rodgers esulta come un pazzo ed agita ripetutamente il pugno chiuso, quasi a voler dire: “Ve l’avevo detto io che dovevamo aspettarlo. Balotelli!”. Aspettato, come un Messia. Venerato pure come tale. E’ bastato un gol, importantissimo, per far ri-scattare la BalotelliMania. Con i giornali di tutto il mondo che oggi lo incensano. E’ bastato un gol, uno solo, dopo 6 mesi di astinenza in Premier League. Potenza mediatica di un catalizzatore assoluto. Perchè Balotelli è un catalizzatore assoluto. Per tutti. Non solo per i giornalisti che con lui hanno sempre qualcosa da scrivere. Anche per tutti gli altri. Per i tifosi, che hanno pazientato mesi senza mai smettere di credere che un giorno, quel talento scriteriato, sarebbe tornato alla ribalta. Per l’allenatore, che l’ha difeso a spada tratta, l’ha tenuto nonostante sembrassero esserci poche speranze di risveglio da un torpore apparentemente infinito. Per i compagni, e lo si vede da come tutti lo sommergono in un abbraccio totale, che sta a significare tante, troppe cose. Balotelli è un leader naturale senza volerlo. Non ha il piglio del leader, forse nemmeno la personalità, tantomeno l’ambizione di esserlo. Ma è una cosa automatica. Gli altri lo riconoscono in qualche modo come tale. Altrimenti non si starebbe sempre a parlare di lui.

BALOTELLI ED ANGIOLIERI – Ora, questo gol non deve essere l’ennesima perla sparsa in un mare di discontinuità. Deve rappresentare la svolta in una carriera che, se fra 10 anni dovesse essere più o meno questa, ci sarebbe da strapparsi i capelli dal primo all’ultimo. Perchè uno con potenziale da calciatore leggendario – e non si esagera – non può fare soltanto una carriera da buon giocatore, come quella fatta da Balotelli fino ad oggi. Diceva Cecco Angiolieri: “Si fossi foco, arderei il mondo”. Ecco, Balotelli è fuoco. E potrebbe arderlo il mondo – in senso figurato – se volesse. Per ora, semplicemente lo muove, ed in maniera bella potente, ogni volta che decide di fare qualcosa di buono, ogni volta che si ricorda del talento smisurato che ha. Per oggi può bastare, ma da domani non più. Basta porsi limiti, basta limitarsi alle fiammate. Non può vivere di fiammate isolate, uno che avrebbe tutto per incendiare il mondo di continuo. 

Vincenzo Galdieri
(Twitter: @Vince_Galdieri)

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