Football
Niang, ultima chiamata. Il Milan lo aspetta
Lunedì si è chiusa la 22esima giornata di Serie A (in attesa del recupero di Parma-Chievo) che ha visto trionfare in Genoa in casa della Lazio per 0-1 con un rigore di Perotti procurato da Mbaye Niang che finalmente ha dimostrato tutto il suo valore. Ma allora perchè il Milan lo ha lasciato partite in prestito nonostante potesse tornare utile al modulo di Inzaghi? Bisogna scavare un po’ a fondo e capire meglio chi sia Mbaye Niang e forse capiremo i motivi della sua mancata esplosione fino ad oggi.
IL CAEN– Mbaye Niang nasce il 19 Dicembre 1994 e a soli 16 anni esordirà in Ligue 1 con il Caen, stabilendo il record di precocità per il club. Metterà a segno alcuni mesi dopo il suo primo gol stabilendo il record come calciatore più giovane ad aver segnato un gol con la maglia del Caen. Al suo primo anno in prima squadra contribuirà alla salvezza e alla permanenza nel campionato maggiore, ma l’anno dopo, con 23 presenze e 2 reti all’attivo non riuscirà ad evitare la discesa della sua squadra in Ligue 2. Nell’agosto del 2012 si trasferisce al Milan firmando un contratto di tre anni. Nelle sue poche presenze non lascerà un bel ricordo e anzi verrà ricordato di più per il suo carattere alla “Balotelli“.
IL MONTPELLIER– Dopo un anno e mezzo al Milan, nel dicembre del 2013 Niang verrà ceduto in prestito con diritto di riscatto al Montpellier e segnerà al debutto. Chiuderà la stagione con 4 reti all’attivo e molti problemi caratteriali che porteranno il Montpellier al mancato riscatto del cartellino. Quindi questa estate torna al Milan ma giocherà davvero poco nei sei mesi di permanenza e quindi in questo mercato di gennaio approderà al Genoa in prestito con la speranza di dimostrare finalmente il suo reale valore.
Nel posticipo di lunedì è sembrato di rivedere Niang ai tempi del Caen, pieno di forza, con la voglia di correre e stupire quasi come se avesse l’obbligo di dimostrare qualcosa al mondo e poco importa se il mondo ora è il Milan, lui ha qualcosa da dimostrare per meritarsi in futuro quella maglia rossonera che non è mai stata davvero sua.
Raul Parrella
@RaulParrella