Focus
Inter e Milan, dai sogni di gloria alla Brianza League

Tristezza [tri-stéz-za] s.f. 1 – Stato d’animo di chi ha la metà dei punti della Juve capolista e si consola sperando nella Roma. Sin: Inter; 2 – Cosa deprimente, che ispira malinconia e rende grande pure l’Atalanta. Sin: Milan. Quando non ci sono parole, il dizionario della lingua italiana viene sempre in soccorso. Cosa dire, infatti, di due squadre che insieme (in un glorioso e sempre più lontano passato) seppero vincere qualcosa come 36 scudetti e 10 Champions League e che ora se ne vanno a braccetto a quota 26 punti dopo 20 gare in un torneo “periferico” come la Serie A? Di due nobili decadute così in fretta? E così tristemente?

Milan kaputt
CREDERE, SPERARE, PREGARE – Nulla, perchè l’Inter del Mancio e il Milan di Superpippo si commentano alla grande da sè, diciamolo. Tuttavia, statistiche da incubo a parte (52 punti in 2: era dal 2001 che le milanesi non erano così malridotte), c’è qualcosa che salta altrettanto agli occhi e di cui, nonostante ciò, si parla poco. Di chi è la responsabilità, secondo voi, di una simile sciagura, roba che nemmeno una maledizione di Luciankamon? E’ solo dei due incauti “sciamani”, o è da ricercare un po’ ovunque? A partire dalle aspettative, illogiche e fuori dalla realtà? Fateci caso: centreremo l’obiettivo Champions League è stato per mesi il mantra imperativo dei rossonerazzurri (dal sommo presidente all’ultimo dei panchinari), lo scudetto dei poveri ma belli, il sogno caldo e bagnato da condividere con il popolo bue. Oggi, dopo tanti bruschi risvegli e altrettante bucce di banana, il mantra-diktat dei cugini in arme si è ridotto a uno scongiuro commovente, una supplica rivolta al cielo incrociando le dita…Non so come, nè per quali vie, ma ci so che ci qualificheremo…
E così, mentre Mancini fa la sua mesta danza del gol e Inzaghi sgrana il rosario, ci sono alcuni interrogativi che restano in sospeso: che senso ha fare proclami senza senso? Possibile che non ci sia nessuno (fra tecnici, presidenti, dirigenti e calciatori) che sappia tenere i piedi per terra e dettare la regola, di vita innanzitutto? Perchè alimentare speranze di gloria destinate a naufragare in un mare di pernacchie? Non sarebbe meglio, ora che si è sperimentato quanto è breve (circa 26 punti…) il passo dalla Champions League al Tapiro d’oro, tenere ben altri registri?
“Il Monza? Conosciamo il valore dell’avversario, ma siamo molto preparati e concentrati sul match”. Ecco, cominciamo così, ripartiamo così. Poi parleremo di Napoli e Lazio. Poi.
Enrico Steidler
