Calcio & Economia
La Juve, Pogba e i 100 milioni: dimenticate Cavani e Falcao
Pubblicato
8 anni fa|


Giuseppe Marotta, suo il colpo Pogba
Le certezze della Serie A sono da tempo ridotte al lanternino. Una di esse, senza ombra di dubbio, risponde al nome di uno sbarbatello di 22 anni che ha rapito il cuore e strabiliato gli occhi di milioni di tifosi e appassionati: Paul Labile Pogba. Il centrocampista della Juventus è l’astro nascente del calcio mondiale, proiettato ad essere uno dei candidati alle prossime edizioni del Pallone d’Oro. Talento strabiliante, duttilità tattica, tecnica sopraffina, capacità di sacrificio, concretezza in zona gol. Tutte queste caratteristiche, unite a un’umiltà più unica che rara in un mondo come il calcio, ne fanno uno dei migliori centrocampisti del mondo, in prospettiva (forse) uno dei migliori di tutti i tempi. Non sorprendono, quindi, le continue ed insistenti voci di mercato dell’assistito di Mino Raiola. Nè tantomeno il presunto prezzo dell’enfant prodige: una cifra che oscilla tra gli 80 e i 100 milioni di euro.
Come capita quasi sempre in situazioni simili, i tifosi e i calciofili si dividono in due fazioni: ci sono quelli che si uniscono nel grido “non si vende Pogba”, e quelli che invece reputano un crimine rifiutare un’eventuale offerta di simili proporzioni, considerando anche il momento del calcio italiano. Proprio a questi ultimi vorremmo offrire un particolare e forse inedito spunto di riflessione. Già, perché chi si dice favorevole alla cessione del Polpo Paul spesso è anche convinto che il tesoretto derivante possa essere reinvestito sul mercato. E così è semplice concludere che con 80/100 milioni a disposizione la Juve potrebbe fare un grande mercato, che si potrebbe costruire una squadra da Champions, che verrebbero acquistati giocatori del calibro di Cavani e Falcao. Ebbene, l’ipotesi è tanto apparentemente possibile quanto praticamente irrealizzabile. Perché? E’ presto detto.
Per capire bene la questione c’è bisogno di analizzare l’aspetto economico del bilancio di Pogba, che passa attraverso tre punti principali:
Primo, POGBA E’ STATO ACQUISTATO A PARAMETRO ZERO: la plusvalenza, in caso di cessione, sarebbe quindi netta e assolutamente astronomica;
Secondo, POGBA COSTA ALLA JUVE 9 MILIONI LORDI, vale a dire il solo costo dell’ingaggio;
Terzo e più importante punto, LE PLUSVALENZE NON SONO IMPORTANTI COME SI CREDE. Ed è qui che casca l’asino: la plusvalenza di Pogba sarebbe un indubbio beneficio economico, ma relativo solo ed esclusivamente all’anno di bilancio in corso. Per intenderci, se il 22enne francese venisse ceduto nell’anno 2015-2016, il beneficio economico inciderebbe solo in quel preciso bilancio.
Di conseguenza, cosa accadrebbe negli anni successivi? Come potrebbe la Juventus permettersi nel tempo giocatori del calibro di Falcao e Cavani, che hanno costi d’ingaggio e di ammortamento fuori dall’ordinario? Se, per esempio, la stagione successiva la Juve non raggiungesse gli obiettivi finora abitudinari, cosa accadrebbe? Semplice, i costi sforerebbero e ci sarebbe un assurdo squilibrio economico.
Per dirla in parole povere, le plusvalenze sono benefici immediati ma non duraturi nel tempo. Con 80-100 milioni sarebbe impossibile comprare due giocatori da 50 mln o cinque da 20 mln, se alla base non ci fossero introiti notevoli derivanti dal marketing e dagli sponsor. Questi ultimi sono molto più importanti delle plusvalenze.
La conclusione più logica e vantaggiosa, quindi, sarebbe trattenere Pogba. Certo, le possibilità del nostro calcio sono limitate. E la cessione è più che una semplice proiezione. Tuttavia, la crescita della Juventus non passerà dall’acquisto di top player strapagati, bensì dalla graduale crescita del bilancio. Agnelli e Marotta lo sanno. Ma è bene che lo sappiano anche i tifosi.
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