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L’Inter Cenerentola di gennaio, ma a giugno scocca la mezzanotte
Pubblicato
6 anni fa|

Sulle “ali” dell’entusiasmo. L’Inter mette a segno due grandi colpi per cercare di portare a compimento quella che ormai sembra una mission impossible: agguantare il terzo posto valido per i preliminari di Champions League. Podolski ha già esordito nell’1-1 contro la Juventus, Shaqiri da oggi è di fatto un nuovo giocatore dei nerazzurri. Mancini contento, i tifosi di più; ma la domanda sorge spontanea: chi li paga? Sull’Inter infatti incombe la mannaia della Uefa, che sta già tenendo d’occhio da qualche mese le finanze nerazzurre. E’ fondamentale l’ingresso in Champions, altrimenti a giugno si dovrà iniziare a cedere i pezzi pregiati rimasti in rosa.
MERCATO ESTIVO, DA OTTIMO A BOCCIATO IN 4 MESI- Cambiare allenatore ha portato benefici evidenti, se non a livello di risultati quantomeno a livello di prestazioni e di ottimismo. Il lato negativo è però evidente: i giocatori arrivati con il benestare di Mazzarri sono passati presto in seconda fila, risultando di fatto dei pesi per il tecnico jesino. Vidic continua ad essere un oggetto misterioso, M’Vila non trova spazio spazio, Dodò ha perso terreno nelle gerarchie, Osvaldo si è autosilurato con la scenata dello Stadium e Medel – unico finora a reggere il colpo – potrebbe essere sostituito da un nuovo arrivo nel mercato invernale. Analizziamo una per una le trattative che hanno portato i giocatori a Milano: Vidic era libero da contratto e non ha quindi comportato costi (eccezion fatta per il biennale a 3,2 milioni netti), M’Vila è stato pagato 1 milione per il prestito, con possibile rinnovo del titolo temporaneo ad un altro milione e diritto di riscatto definitivo fissato a 7 milioni, Dodò è arrivato con prestito oneroso e obbligo di riscatto per un totale di 9 milioni, Medel ne è costati 8, da pagare in tre anni, Osvaldo è in prestito gratuito con diritto di riscatto a 7 milioni. La base fissa è quindi di 18 milioni, con l’aggiunta di altri 17 mobili (8 per M’Vila, 7 per Osvaldo): se tutti i giocatori dovessero restare a Milano, l’Inter dovrebbe quindi sborsare 35 milioni nei prossimi due anni.
A GENNAIO TUTTI LEONI, A GIUGNO TUTTI …. IN BILICO – In questa sessione di calciomercato l’Inter si sta scatenando: preso Podolski con un prestito di circa 1 milione, preso Shaqiri con 2 milioni di prestito e riscatto obbligato a giugno fissato a 13. Ora tutto sul centrocampista: possibilità low cost per Diarra, che sarebbe svincolato, o altro prestito, con Lucas Leiva o Paulinho nel mirino. Se si decidesse di rinforzare la mediana con la via più onerosa, ci sarebbe un’altra decina di milioni da mettere a bilancio. Supponendo che a giugno si cercherà di trattenere il tedesco con un’offerta di 5/6 milioni all’Arsenal, sono già altri 20 i milioni da sborsare per giugno, da sommare ai potenziali 35 calcolati in precedenza: per un totale di 55 milioncini. Se anche non si riscattassero i giocatori in bilico, la spesa obbligata sarà comunque di 33 milioni. Dove li trovano i nerazzurri questi soldi?
POSSIBILI INTROITI, INCROCIANDO LE DITA – L’obiettivo dichiarato è la Champions League, che porterebbe nelle casse societarie circa 20 milioni di euro. Ma la Coppa dalle grandi orecchie è distante 8 punti (e soprattutto 8 posizioni). Ci si proverà fino alla fine, ma sarebbe un azzardo puntare tutto su un traguardo così difficile da raggiungere. Altri 11 milioni potrebbero arrivare dal riscatto obbligato di Alvarez da parte del Sunderland, ma perché ciò accada è necessaria la permanenza in Premier League del team inglese. In bilico c’è infine la situazione di Taider, prestato al Southampton con un diritto di riscatto fissato a 9 milioni, ma subito girato al Sassuolo: situazione intricata e su cui non si può fare troppo affidamento. Di fatto quindi l’Inter non ha introiti certi per pagare i suoi debiti e rischia a giugno di dover fare un sacrificio importante per non essere sanzionata dall’Uefa.
CESSIONE ILLUSTRE, SI SFOGLIA LA MARGHERITA – Kovacic no, Icardi sì. E’ proprio il nueve argentino l’indiziato numero uno per un possibile addio a giugno. Questo perché è ritenuto meno fondamentale nel progetto rispetto al croato (nonostante sia capocannoniere della Beneamata con 13 gol stagionali), ma soprattutto perché è l’unico ad avere mercato: per entrambi infatti l’Inter vorrebbe una trentina di milioni, ma nessuno è disposto a pagare il croato quella cifra, mentre per Maurito già diverse pretendenti si sono messe in coda, con il Chelsea di Mou in testa. Ulteriore indizio è quel rinnovo di contratto che fatica ad arrivare, segnale forse di un addio in estate? L’Inter spera di non dover arrivare a tanto, ma se non arriverà la Champions la cessione per fare cassa sarà quasi obbligatoria.
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