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Anno 2015, Odissea nel Catania. Marcolin nuovo tecnico rossazzurro

L’annus horribilis 2014 è chiuso. La stagione invece è mezzo del suo cammino, e la sosta di gennaio può e deve essere utile per resettare il tutto. Nella Catania calcistica di tempo se n’è sprecato fin troppo negli ultimi mesi, e perderne ancora significherebbe depauperare in maniera irreversibile un patrimonio, calcistico e non, che fino ad un anno e mezzo fa era l’immagine della Sicilia vincente. Di rivoluzioni a metà nella società etnea se ne sono viste tante: il 2015 è però iniziato con una flebile luce. Dario Marcolin è il nuovo (l’ennesimo) allenatore dei rossazzurri, mentre Daniele Delli Carri assumerà (udite, udite) l’incarico di Direttore Sportivo. Due personalità importanti, ma senza la sinergia giusta con dirigenza, squadra e tifo potrebbero essere fini a sè stesse.
IL RITORNO DI MARCOLIN – Il neo allenatore, appena sbarcato a Fontanarossa, ha dichiarato che aspettava questo momento da oltre quattro anni. Per lui la Sicilia è un ritorno: infatti da Vice di Mihajlovic conseguì la prima esperienza in una grande panchina. Erano ben altri tempi: è vero che al suo primo arrivo la squadra era in coda alla classifica di A, ma era una squadra da un enorme potenziale che con le giuste motivazioni riuscì a togliersi grandi soddisfazioni, come il “clamoroso” 3-1 rifilato all’Inter futura campione d’Italia e d’Europa. Inutile ricordare il delicato momento, forse il più basso da 20 anni a questa parte, che stanno passando gli etnei: Marcolin è andato dritto a pianificare il lavoro a Torre del Grifo, e di lavoro ce ne sarà tanto da fare. Ma solo questo potrebbe non bastare…
DELLI CARRI, RACCORDO TRA SQUADRA E DIRIGENZA – La vera novità di questo inizio 2015 sta nella scelta di inserire nell’organigramma societario la figura di un uomo di calcio, ex calciatore a buoni livelli, conoscitore del lavoro sul campo e congruo agli obiettivi della presidenza. Daniele Delli Carri è anch’esso alla ricerca del riscatto, dopo la fugace esperienza a Genova sponda rossoblù interrotta con l’esonero di Liverani (che ha “sfiorato” la panchina rossazzurra). Un altro passo in avanti, ma anche questo potrebbe non bastare..
UN TOCCO DI “UMANITA'” – A far paura ai tifosi, da tempo ormai in rivolta (il Cibali deserto è il simbolo della rottura fra ambiente e staff) è l’incoerenza tra obiettivi dichiarati e azioni per raggiungerlo. Il ritorno in A era stato promesso in pompa magna in estate e ribadito anche dopo sconfitte sonore in Campionato. L’avvento di Sannino, che non aveva fatto affatto male col materiale umano a sua disposizione, è stato vanificato dallo stesso allenatore che si è dimesso per scontri insanabili con lo staff ( Ventrone e la sua preparazione, accusata dello stillicidio di infortunati). Il timore generale è che il progetto Catania possa fallire in maniera rapida e impensabile, come nei peggiori incubi. Anche se il torneo cadetto 2014/2015 è piuttosto avaro di contenuti tecnici, gli etnei rischiano seriamente la retrocessione in Lega Pro. Tocca alla società del presidente Pulvirenti scendere in campo adesso: il mercato deve portare sotto il Vulcano almeno cinque o sei elementi adatti alla categoria. Questo sì, forse potrebbe bastare, per riscattare parzialmente un 2014 horribilis.
Manlio Mattaccini
