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Un anno di sport: i soliti solidi trionfi della scherma

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I bilanci di fine anno, spesso fanno un po’ paura. Non è il caso della scherma, che come sempre guarda con orgoglio alla stagione appena passata e brinda, sotto il vischio, ai puntuali successi futuri. Non abbiamo la sfera di cristallo, ma la solidità del movimento della scherma italiana, con vecchie e nuove lame perfettamente amalgamatesi nel firmamento mondiale, fa intendere un divertimento perpetuo per il colori italiani in pedana. Anche se di divertimento ce n’è poco: i successi azzurri sono frutto di tanti anni di sacrifici, tanti mattoni che compongono un palazzo spesso invalicabile per gli avversari del globo.

Scherma: Rossella Fiamingo, Campionessa mondiale a Kazan

Scherma: Rossella Fiamingo, Campionessa mondiale a Kazan

IL RISCATTO DELLA SPADA – C’è chi la definisce “l’arma” per eccellenza. Puoi toccare ma anche essere toccato ovunque. Forse proprio per questo è la disciplina più “instabile”, dove conta molto di più la concentrazione e la carta d’identità diventa relativa. La spada azzurra ha sfornato tanti campioni nella storia, ma ultimamente non aveva brillato. Il 2014 è stato l’anno del completo riscatto, sia in campo maschile che in quello femminile. Un riscatto con marchio prevalentemente siculo, iniziando da quella Rossella Fiamingo che a 23 anni ha completato la graduale ma rapida crescita fregiandosi del titolo mondiale a Kazan. Tra gli uomini risplende l’argento europeo di Paolo Pizzo, già campione del Mondo nel 2011, e il bronzo iridato di Enrico Garozzo. Bianca Del Carretto non è siciliana, ma è di Rapallo e soprattutto è la nuova campionessa Europea. E questa è la sola cosa che conta.

LA CONFERMA DEL FIORETTO – Il fioretto “balla”, e soprattutto fa ballare gli avversari. Non c’è competizione in ogni angolo del mondo che tenga: la musica è sempre la stessa. I nostri fiorettisti, e le nostre fiorettiste, sono “intoccabili”. Complici pure figure carismatiche e vincenti come l’eterna Valentina Vezzali (bronzo europeo) e Valerio Aspromonte, protagonista a “Ballando con le stelle”, la scherma è entrata nelle case degli italiani pur senza perdere la propria vocazione originale. Le donne ancora una volta fanno la voce grossa: il “dream team”,  se paragonato al calcio, potrebbe essere il Brasile di Pelè o il Milan di Sacchi. Arianna Errigo ed Elisa di Francisca si sono divise equamente i titoli in palio: campionessa mondiale la prima, europea la seconda. Un pò meno bene del solito gli uomini, complice anche una concorrenza che per anni era stata di fatto assente.

L’ALTALENA DELLA SCIABOLA – In Italia è nato prima Montano o la sciabola? Lecita provocazione sorta dopo l’oro olimpico del 2004, dove uno sconosciuto livornese fece conoscere ed esaltare il pubblico di casa grazie ad una spettacolare finale vinta all’ultima stoccata. L’arma più spettacolare, ma anche più ingrovigliata della scherma è la meno praticata in Italia, ma la tradizione, manco a dirlo, è di quelle che durano da generazioni in generazioni (vedi lo stesso Montano). Il movimento azzurro, specialmente in ambito maschile, vanta degli atleti di prim’ordine, i quali però non sempre sono riusciti ad esprimersi al meglio. In questo senso l’oro europeo a squadre suona quasi come una sorpresa, anche se di fatto non lo è. Discorso un pò diverso in ambito femminile, unica disciplina dove si sta pagando lo “scotto” del cambio generazionale: fa comunque morale e soprattutto curriculum il bronzo continentale della 24enne Rossella Gregorio, alla sua prima medaglia individuale in un grande evento internazionale.

Manlio Mattaccini

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