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Zlatan Ibrahimovic, lo sportivo più sbruffone di sempre

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Ibrahimovic Ronaldo

Le classifiche, si sa, sono nate per far discutere, e anche quella dei cinque sportivi svedesi più forti di sempre non fa eccezione. Anzi: a guardarla bene, la “Top Five” del Dagens Nyheter – stilata da una giuria di appassionati e personalità del mondo dello sport – sembra fatta apposta per scatenare risse anche fra i commentatori più affabili e pacati. Succede raramente, però, che a innescare la miccia sia proprio un protagonista della classifica medesima, ma se questo è Zlatan Ibrahimovic allora non c’è nulla di cui sorprendersi: conoscendo il tipo, è quasi un atto dovuto.

Annika Sörenstam, leggenda del golf mondiale

Annika Sörenstam, leggenda del golf mondiale

COME OSATE, INCOMPENTENTI? – Ma quale sarebbe, dunque, ‘sta “maledetta” Top Five? Eccola qui: 1) – Björn Borg, tennista, nato nel 1956; 2) – Zlatan Ibrahimovic, calciatore, nato nel 1981; 3) – Jan-Ove Waldner, tennistavolista, nato nel 1965); 4) – Annika Sörenstam, golfista, nata nel 1970; 5) – Ingemar Stenmark, sciatore, nato nel 1956. “Grazie, ma finire secondo è come finire ultimo”, ha commentato Ibrahimovic sulla falsariga del Mago Mourinho (“I secondi sono solo i primi degli ultimi disse un giorno il polo opposto di De Coubertin). “Col dovuto rispetto verso gli altri (!), in quella lista sarei dovuto essere ai numeri 1, 2, 3, 4 e 5″.

L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ZLATAN – Mitico Ibra, quando c’è il rispetto c’è tutto verrebbe da dire, ma lui è fatto così: neppure lo specchio della regina di Biancaneve riuscirebbe a compiacere il suo smisurato narcisimo, e le volte in cui ne ha dato prova sono ancora più numerose delle sue giocate sopraffine e dei suoi gol da antologia. Niente di nuovo sotto il sole, quindi, ma questa volta il fuoriclasse di Malmö ha veramente sgretolato ogni limite del pudore: vediamo perchè.

Dunque, l’uomo che “osa” precederlo in classifica è Björn Borg, un tennista che ha vinto “solo” 63 tituli nella sua incredibile carriera, che volete che sia, di cui 5 tornei di Wimbledon consecutivi (ripeto, 5 Wimbledon consecutivi), 6 Roland Garros, 4 Us Open e un Australian Open. Totale: 16 tornei del Grande Slam e 608 partite vinte (l’83%) su 735 disputate. In una parola: un mostro, o se preferite un “visitor“, ma per il buon Ibrahimovic soltanto il 6° sportivo svedese di tutti i tempi dopo i 5 Zlatan di cui sopra. E va bè.

Jan-Ove Waldner, dal canto suo, è “solo” uno dei più cristallini e strepitosi talenti della storia del ping-pong, uno che in Cina (avete presente come giocano a ping-pong i cinesi? Ecco…) è considerato un mito, una leggenda vivente, ma che agli occhi di Ibra vale sì e no il suo alluce sinistro. E chissà cosa ne pensa, il nostro super-eroe tatuato, di Annika Sörenstam – universalmente considerata la più grande golfista di sempre – e di Ingemar Stenmark, lo sciatore che detiene il record di vittorie nella storia dello sci alpino, dominatore di tre Coppe del Mondo consecutive (1976, ’77 e ’78) e collezionista di metalli pregiati (due ori olimpici più 5 medaglie d’oro ai Mondiali)? Semplice: sono due vassalli del Re.

CLANDESTINO A BORDO – Ok, tiriamo le somme e facciamo un po’ di chiarezza. Se il primo criterio di una classifica come quella del Dagens Nyheter è – come forse dovrebbe essere – il peso specifico di un atleta nella storia del suo sport, allora la domanda sorge spontanea: che ci sta a fare Ibra nei primi 5? Borg, Waldner, Sörenstam e Stenmark meritano tutti, sotto questo aspetto, il primo posto ex-aequo sul podio, ma Zlatan che c’entra? E’ un fuoriclasse, non c’è dubbio, un campione sontuoso, ma non meriterebbe neppure il quinto posto se pensiamo ai suoi connazionali Gunnar Nordahl (terzo marcatore della storia della Serie A con 225 gol, di cui solo 2 su calcio di rigore, un uomo che Ibra potrebbe sì e no sfiorare solo se avesse due carriere a disposizione), Gunnar Gren e Nils Liedholm (chi non ricorda il leggendario Gre-No-Li rossonero? Quelli del Dagens Nyheter, evidentemente…).

CAMPIONI SI NASCE – E poi, diciamolo: un campione vero, uno di quelli che sembrano appartenere più al mito che alla storia, si riconosce anche dai “particolari“. Guardate un po’ che cosa ha detto qualche tempo fa del nostro eroe il succitato Björn Borg (“Zlatan è più conosciuto dell’Ikea nel mondo, e sicuramente più di quanto non lo fossi stato io a suo tempo”), e poi ripensate alle parole di Mister Vinco-tutto-io. Notate delle differenze, per caso? Di stile, magari? E ha un’idea, il grande Ibra, di che cos’è la Svezia? Conosce la nobiltà del suo blasone sportivo? Insomma: è svedese, costui, o è solo “ibrahese“?

Enrico Steidler

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